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Lazio, Behrami: “Tudor? Per lui non contano gerarchie. E Luis Alberto…”

Behrami
L'analisi dell'ex calciatore biancoceleste sulle caratteristiche e sulla mentalità del nuovo tecnico della Lazio, che lo ha allenato a Udine
Edoardo Pettinelli Redattore 

La Lazio è ripartita da Igor Tudor, scegliendo di affidare la guida tecnica della squadra all'allenatore croato. Tra i calciatori allenati dal nuovo tecnico dei capitolini c'è anche l'ex biancoceleste Valon Behrami, che lo ha incrociato all'Udinese tra il 2018 e il 2019. L'ex calciatore svizzero, ora opinionista per Dazn, ai microfoni di Radiosei si è soffermato sul momento stagionale della Lazio e ha raccontato qualità e caratteristiche del nuovo allenatore biancoceleste.

Questo il suo pensiero, a partire dalla rottura con Sarri: Dopo un po’ di tempo in cui la Lazio ha lavorato con un tecnico con idee radicate, forse è diventata prevedibile. Il calcio è in continua evoluzione, l’inserimento dei nuovi è stato rallentato e molti di loro sono giocatori di transizione e non di palleggio. Quando continui a fare sempre le stesse cose si rischia una saturazione. Giusto o no che sia, c’è sempre bisogno di nuovi stimoli. La Lazio di Sarri non giocava male, ma negli ultimi metri stava venendo meno, anche per il rendimento dei singoli più importanti”.

Castellanos è un giocatore che ha qualità, ma è più un giocatore che va accompagnato con un altra punta che gli possa permettere di creare degli spazi” - prosegue Behrami - “Non è neanche semplice oggi essere la punta della Lazio, c’è un giocatore come Immobile che ha fatto la storia e vuole avere la serenità di essere un titolare. Se vuoi crescere devi mettere una concorrenza più forte, cosa che un po’ è mancata negli anni”.

Poi il suo pensiero su Tudor, allenatore che azzera le gerarchie: Ho incrociato Igor Tudor nell’Udinese. Lui ha una forte personalità ed un’identità molto chiara. È positivo, non vuole vedere gente giù, non ammette pause. Parla tanto, pretende atteggiamenti reattivi. Non guarda in faccia nessuno. Non conta come ti chiami, affronta tutti allo stesso modo e se non ha le risposte giuste va avanti con altri. Ti affronta, se hai qualcosa da dire meglio che glielo dici in faccia. Il segnale che arriva è di fortissima personalità, devi fare quello che chiede lui. Altrimenti porta avanti altri giocatori. Lui vuole aggredire l’avversario, vuole intensità, coraggio e personalità. Non gli piace aspettare, devi andare diretto, è un grosso cambiamento da questo punto di vista. Pur concedendo spazio alle spalle dei difensori vuole andare nell’uno contro uno. Tutti devono partecipare alla manovra offensiva, vuole che in molti riempiano l’area di rigore. Bastano pochi input per cambiare delle cose. Lui non ti tiene legato ad una schema tattico, vuole che i giocatori vadano, si prendano dei rischi”.

Se c'è qualcuno che rischia il posto è Luis Alberto secondo le idee dello svizzero. Il mio grosso interrogativo è Luis Alberto. Lui ha avuto dei problemi con Payet, altro giocatore di qualità. Per lui non è un problema metterti da parteLo spagnolo sarà chiamato a cambiare molto il proprio giocoBenefici ne avrà sicuramente Zaccagni. È un calciatore giusto per lui, per caratteristiche e ruolo che andrà ad occupare. Gli esterni come Marusic e Pellegrini possono essere più liberi. Ho giocato con Pellegrini per sei mesi, ha qualità tecniche, ha tutto anche fisicamente, deve crescere ancora molto mentalmente, nelle letture, nelle situazioni di gioco. Anche io da giovane avevo questo difetto, ma fa parte del processo di ragazzi giovani”.

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