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Lazio, Caicedo: “Senza Covid sarebbe stato scudetto. Su mister Inzaghi…”

Felipe Caicedo
Tutte le parole di Felipe Caicedo, ex attaccante biancoceleste, sul momento della Lazio e sui tanti ricordi vissuti nell'avventura capitolina

Il ricordo di Felipe Caicedo aleggia ancora nelle menti dei tifosi biancocelesti. Sarebbe assurdo il contrario, visto il legame indissolubile tra la Lazio e l'attaccante ecuadoriano. Tante emozioni e tanti gol, specialmente oltre il novantesimo, la specialità della casa. Ai microfoni della Gazzetta dello Sport, l'attaccante ha ripercorso alcuni dei momenti vissuti nella Capitale.

Se le dico Lazio, cosa le viene in mente?

Gli anni migliori della mia carriera. Ho dato e ricevuto tanto. Il gol contro il Cagliari resta il manifesto di anni magici. A un secondo dal gong stacco di testa, segno, inizio a correre e non capisco più nulla. Un’emozione".

Il ricordo più bello?

L’abbraccio di Inzaghi dopo il gol alla Juventus, 1-1 a novembre 2020. Simone mi ha sempre dato fiducia”.

A volte l’ha fatta innervosire?

Quando a Milano non mi faceva giocare ero parecchio arrabbiato, le dico la verità. Ma poi abbiamo fatto pace”.

Il suo segreto qual è?

Nello spogliatoio è spesso una furia, ma è il suo modo di caricare la squadra. Inzaghi è passionale, vive per la vittoria e ha un entusiasmo senza freni. Riesce a tirar fuori il 101% anche da chi non gioca”.

Senza la pandemia, la Lazio avrebbe vinto lo scudetto?

Assolutamente sì. Eravamo in un momento magico. Il famoso gol contro il Cagliari ci diede la consapevolezza di riuscire a guardare la vetta con ottimismo. Poi, purtroppo, l’incantesimo è finito”.

Quest’anno vincerà l’Inter?

Credo di sì, è la grande favorita”.

Che idea si è fatto della stagione di Immobile?

Resta un fenomeno. Lui vive per il gol e sono convinto che anche quest'anno riuscirà a farne parecchi".

Forse gli manca avere alle spalle uno come lei?

Questo non lo so, ma prima giocava sulla profondità. Ora deve pensare di più alla squadra. A Ciro piace avere accanto una punta con cui dialogare. Noi ci trovavamo sempre, ognuno conosceva a memoria i movimenti dell’altro. E con Inzaghi giocavamo in un altro modo”.

Cosa pensa di Sarri?

Un perfezionista. Lavora in modo maniacale sull’organizzazione tattica. Certo, lui e Simone sono diversi”.

L’assenza di Milinkovic ha influito sul rendimento stagionale?

Direi che sta pesando molto. Sergej dava fisicità e imprevedibilità. Ora tocca a Luis Alberto prendere in mano la squadra. Con lui mi sono sempre trovato alla grande. Sapeva come farti arrivare la palla. E al tal proposito dico a Castellanos di avere pazienza e fiducia: parliamo di un ottimo attaccante, i gol arriveranno anche per lui”.

All’Inter cosa non ha funzionato?

Sono arrivato a gennaio 2022, c'erano delle gerarchie precise. Conoscevo il mio ruolo, ma speravo di giocare di più”.

Lautaro è da Scarpa d’Oro?

Assolutamente sì. Anche perché dietro ha una grande squadra”.

Un po’ come la "sua" Lazio.

Ribadisco: il periodo più bello della mia carriera”.

E ora cosa vede nel suo futuro?

Mi alleno tutti i giorni aspettando l’occasione giusta. Dopo l’ultima esperienza ad Abha, in Arabia Saudita, sono rimasto svincolato. Ho 35 anni, ma fisicamente sto bene. Vediamo. Nel dubbio, io sono sempre pronto a segnare. Magari con un gol oltre il novantesimo”.

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