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Lazio, Caicedo: “Sarei rimasto a vita, sarei tornato e tornerei di corsa”

Caicedo
L'ex attaccante biancoceleste, in un'intervista rilasciata IlMessaggero, ha raccontato tutto il suo amore per la Lazio: queste le sue parole

redazionecittaceleste

Ora più che mai servirebbe Felipe Caicedo. Con Ciro Immobile ai box, dopo l'infortunio contro l'Udinese, il ricordo del Panterone torna alla memoria. Nessuno ha mai dimenticato le sue 'zampate' in pieno recupero. In quella che da Zona Cesarini - come veniva chiamava una volta - è diventata per tutta la Curva Nord la Zona Caicedo. L'attaccante ecuadoregno dopo l'addio da Roma, ha vissuto parentesi poco esaltanti al Genoa e all'Inter e ora milita nell'Abha, club dell'Arabia Saudita. L'ex attaccante della Lazio ha concesso un'intervista esclusiva all'edizione odierna de IlMessaggero, in cui ha parlato del suo legame ancora forte con la squadra biancoceleste.

Felipe Caicedo

Sul suo legame con la Lazio"Qui in Arabia va tutto bene, specialmente adesso che ho iniziato a vincere, ma sarei rimasto a vita alla Lazio. Non so chi ha deciso che dovevo andare via. Ho un grande rimpianto, purtroppo le cose non sono andate come volevo. Eppure il mio cuore è rimasto lì, ho tanti bei ricordi. Seguo sempre la squadra e faccio il tifo. Sarei tornato e tornerei di corsa se mi richiamassero"

Sui tifosi che invocano un suo ritorno"Lo so, mi scrivono e io ancora mi emoziono per tutto questo affetto. In particolare, in questa settimana mi sono reso conto che si sta parlando tanto di me perché il bomber si è fatto male. Sarà difficile rinunciare a un fenomeno come Ciro, è un leader assoluto, basta guardarlo"

Sull'esperienza non positiva di Muriqi"Anche il mio primo anno è stato tosto, ma poi tutto è andato alla grande. Mi sono ambientato e poi la storia la conosciamo tutti. La Lazio e i suoi tifosi sono una piazza difficile da conquistare, sono ambiziosi e puntano sempre in alto. Io ero la riserva di uno degli attaccanti più forti d’Italia, ma con il duro lavoro e l’aiuto di staff e compagni mi sono ritagliato il mio spazio prezioso"

Sul vice Immobile"Immobile ha una forza mentale che non ha nessun altro ed è un trascinatore per tutto il gruppo. Secondo me il suo cambio naturale è Pedro, ha già giocato da prima punta in passato. Vedo senz’altro più lui che Milinkovic in attacco. È chiaro che è complicato rimpiazzare Ciro, ma adesso tutta la Lazio ha una precisa identità, gioca di squadra e sono comunque convinto possa arrivare fra le prime quattro. Complimenti a Sarri e alla società per il lavoro fatto. Non è scontato lottare contro club con capitali enormi e riuscire sempre ad arrivare in alto"

Sullo scudetto sfumato nel 2019/20"Maledetto Covid, eravamo forti, solidi in campo e nello spirito. Tutto andava nella maniera perfetta. Quella stagione era stupenda perché tutti noi credevamo al tricolore. Io lo urlavo più degli altri, con coraggio. Per questo, oltre alla gioia del derby, forse il gol più importante che ho fatto è stato quello contro il Cagliari. Ero in estasi, ci diede la stoccata per arrivare in vetta, e poi la rete contro la Juve, prima di quel terribile stop"