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Lazio, dov’è la cattiveria? Dai tiri ai contrasti: i dati che testimoniano le difficoltà

Felipe Anderson Mattia Zaccagni
Il periodo di difficoltà biancoceleste è testimoniato anche dai dati, che lasciano poco spazio alle interpretazioni: tre numeri da ribaltare
redazionecittaceleste

di Gabriele Meuli

Il ritiro e l’allenamento aggiuntivo sono solo la punta dell’iceberg: a Formello negli ultimi giorni è andato in scena un vero e proprio lavoro di ricostruzione da parte di Lotito e, soprattutto, di Sarri per cercare di ritrovare le certezze dello scorso anno. Il tecnico ha lavorato tra campo e spogliatoio per riportare una mentalità che oggi sembra essere soltanto un lontano ricordo. Starà alla squadra dimostrare di aver recepito, iniziando col cancellare dati che testimoniano tutte le difficoltà di questo avvio.

A partire da quelle offensive. Se si guarda ai tiri in porta, i biancocelesti sono quartultimi con 14 conclusioni, peggio hanno fatto solo Torino (13), Genoa (11) e Cagliari (6). Ma senza dimenticare quelle difensive: sono 83 i tiri in porta subiti, peggio soltanto Empoli (85) e Frosinone (86). Ma i dati negativi non si limitano a questo: la Lazio è l’ultima squadra in Serie A per duelli vinti: appena 188 i cinque gare, meno di 40 a partita.

Non un segnale incoraggiante a poche ore dalla sfida contro una squadra fisica come il Torino, che di duelli ne ha vinti 218. Più lontano dai 269 della squadra in testa a questa classifica, la Roma, che dalla Lazio, ma comunque in grado di contare su una media di 6 duelli vinti in più a partita. Forse anche per questo Sarri dopo la sconfitta contro i bianconeri aveva parlato di cattiveria non sufficiente. Il tecnico si era limitato agli ultimi 16 metri del campo, da un lato e dall’altro. Ma forse il ragionamento dovrebbe essere esteso all’intero terreno di gioco.