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Lazio, inizia il countdown per il Flaminio: “Copertura e capienza? Sì, ma…”

Manifestazione per il Flaminio
Nuove risposte sulla possibilità di rendere lo stadio la casa dei biancocelesti ma dicembre si avvicina e a Formello si naviga ”in alto mare”

redazionecittaceleste

Inizia il countdown per il Flaminio. Dopo qualche avvisaglia, l’Assessore Onorato è uscito all scoperto ieri: “Possiamo aspettare al massimo la fine del 2022, poi valuteremo altre strade”. Un ultimatum o quasi alla Lazio e al presidente Lotito: se davvero la società biancoceleste vuole il Flaminio, è il momento di accelerare. Il patron rimane dubbioso riguardo alcuni vincoli, vorrebbe garanzie. Alcune sono arrivate dallo stesso Onorato. “Fare la copertura è possibile. E la capienza, per esempio, si può aumentare abbassando il livello del campo. Ma dobbiamo avere qualcosa di concreto per andare avanti e parlarne”. Da parte del Comune viene ribadita insomma la disponibilità ad aprire un tavolo, ma prima serve un progetto, uno studio. Lo stesso iter, spiega Repubblica oggi, seguito dalla Roma per Pietralata.

Lotito però non vuole sentire parlare di scadenze. Vuole certezze prima di imbarcarsi in spese importanti e da Formello arriva una confessione chiara: “Siamo in alto mare”. Oltre la copertura la Lazio vuole almeno una capienza da 45mila spettatori, non un dettaglio di poco conto. Intanto però il tempo passa. Sulle colonne di Repubblica, allora, arriva un intervento importante, quello di Elisabetta Margiotta Nervi, segretaria generale della Pierluigi Nervi Project Foundation. “Passano i giorni e non succede nulla, anzi, l’impianto si degrada sempre di più. Siamo delusi abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere. Abbiamo elaborato, con la Getty Foundation e La Sapienza, un piano di conservazione per la tutela che la vecchia amministrazione ci aveva assicurato di utilizzare per restaurare il Flaminio. Ci aspettiamo che anche la giunta Gualtieri lo faccia”.

E sulla possibilità che il Flaminio diventi la casa della Lazio, la risposta è chiara: “Non posso commentare qualcosa che non esiste, non posso sapere se è coerente con i vincoli del Piano di conservazione. La strategia di Lotito non la capisco: non è l’amministrazione comunale che deve proporre, il Comune valida, approva o respinge un progetto che riceve. La giunta non può dare assicurazioni senza vedere un progetto concreto. Non è mai successo. Quando avremo un progetto si potrà dare un parere, ovviamente con l’avallo della Soprintendenza, visto il vincolo di tutela. Lotito facesse almeno lo sforzo di realizzarlo”.

Ma che tipo di progetto servirà alla Lazio? Lo spiega ancora a RepubblicaCinzia Esposito, architetto e vicedirettrice generale del Comune. “Dovrà essere molto tecnico e sperimentale, sarebbe unico al mondo. Roma non può ragionare come Londra o Milano, qui ci sono secoli di storia da conservare. La copertura? Con delle strutture portanti auto-sospese che possono coprire l’impianto, aumentandone la capienza, senza opprimerlo a livello visivo e soprattutto senza intaccare l’opera di Nervi”. Questa la strada, a Lotito il compito di scegliere.