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Lazio, Ederson: “Il 26 maggio rimarrà sempre nel mio cuore. Felipe…”

Honorato Ederson Lazio esultanza
Le parole dell'ex biancoceleste Ederson intervenuto ai microfoni ufficiali della società per ricordare il successo sulla Roma nel 26 maggio
redazionecittaceleste

Il ricordo del 26 maggio da parte di Ederson intervenuto ai microfoni ufficiali della società per ricordare l'eterno successo della Lazio nel derby contro la Roma:

"Ho sempre desiderato di giocare con la Lazio. La mia avventura è cominciata benissimo ho segnato alla prima da titolare, poi purtroppo piano piano alcuni infortuni mi hanno messo in difficoltà. Quindi non sono riuscito a fare tutto quello che avrei potuto fare per e con la Lazio. Ma nonostante questi problemi è stato un passaggio in cui sono stato felice, qualche volta ho regalato qualche gioia e oi c'è questo 26 maggio che indimenticabile per tutti da me ai tifosi fino alla società. Mi rimarrà sempre nel cuore. Vittoria del gruppo? Avevamo un gruppo bellissimo, stavamo molto bene, ci divertivamo. Mi ricordo di un lavoro fatto con Sandro (il mental coach) che fu determinante perché in quel momento non andavano al meglio le cose ma siamo riusciti tutti a venirne fuori e a vincere questa coppa. La finale la preparammo al meglio, andammo a Norcia e credo che la squadra si meritò la vittoria. Fu un derby durissimo. Sicuramente sono d'accordo che il nostro gruppo fece la differenza. Noi durante la gara avevamo la sensazione che stesse andando nella nostra direzione. Avevamo l'atteggiamento di chi voleva vincere sa tutti i costi: andavamo su ogni pallone come fosse l'ultimo. Io volevo essere in capo per mangiarmi quel pallone. E così tutti quanti.

Sentivamo che eravamo sulla strada giusta e che sarebbe stata una gara difficile nella quale avremmo avuto poche occasioni da gol. Per questo sottolineo l'importanza del lavoro mentale svolto. Il nostro percorso nella coppa dava fiducia e potevamo dire che sarebbe stato il nostro anno. Facemmo un percorso difficile riuscendo a vincere sempre: la gara con la Juve fu spettacolare con il gol di Floccari alla fine. Quell'anno doveva essere nostra. Tutto il percorso dava i segnali che sarebbe stato il nostro anno. Il regalo di vincere il derby della Capitale in finale fu unico. La festa? Io ho tanti bei ricordi già dallo stadio dopo la partita. Vedere la festa sugli spalti dei tifosi è stato bellissimo. Poi al ristorante c'era una marea di tifosi biancocelesti ed è stato bellissimo vedere la felicità dei nostri tifosi. Abbiamo festeggiato molto perché un momento così si vive poche volte nella vita. Dopo che sono andato via non sono più tornato a Roma ma mi manca tantissimo questa città così come i tifosi. La gente che incontravo in città è sempre stata gentile con me. Felipe Anderson? Io mi ricordo benissimo il suo arrivo: sono stato uno dei giocatori che lo ha più aiutato al suo arrivo, perché veniva da un infortunio alla caviglia e aveva ancora male e aveva l'ansia di stare bene per cominciare a giocare. In quel periodo ho cercato di aiutarlo parlandoci, aiutandolo anche nelle piccole cose come la lingua. Il gruppo tutto, ma ovviamente i brasiliani, abbiamo cercato di fare il massimo per farlo sentire bene. Mi fa molto piacere il suo percorso, dopo un avvio dove magari non aveva convinto ma sapevamo che aveva tanto da dare e che sarebbe stato prima o poi il giocatore fondamentale che è oggi".