Cittaceleste ha contattato in esclusiva Cristiano Bergodi in vista della partita di ritorno tra Lazio e Cluj. Conosce bene il campionato romeno in quanto allena il Sepsi, squadra della prima divisione romena. L’ex calciatore biancoceleste ed allenatore è intervenuto su Cittaceleste TV - canale 85 del digitale terrestre - durante Io tifo Lazio, condotto da Lorenzo Beccarisi e Valerio Marcangeli.
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ESCLUSIVA – Bergodi: “La Lazio gioca con qualità. Il Cluj in casa…”
Quanto è netta la differenza di valori tra Lazio e Cluj?
"In casa il Cluj è più pericoloso. La sfida di tre anni lo conferma, in quell'occasione la Lazio fece un buon primo tempo poi venne rimontata. Ora il Cluj è una squadra diversa rispetto al passato, ma è una squadra pragmatica. Non credo la Lazio debba aspettarsi tante sorprese, seppure all'Olimpico invece che 4-3-3 ha giocato 4-4-2. Hanno due assenze importanti che sono Boateng e Yuri Matias ma la squadra è quella vista all'andata. Lo stadio sarà pieno, sarà una bella partita ma il valore delle due squadre non si può confrontare. Lo ha detto anche Petrescu che se riescono ad eliminare la Lazio è un miracolo".
Se fossi Sarri come prepareresti la partita?
"Il Cluj punta moltissimo sul campionato mentre questa partita è una vetrina perché gioca contro la Lazio che è una squadra importante. La Lazio deve aspettarsi una squadra pragmatica che giocherà in contropiede, non gioca con il possesso palla. La Lazio è riuscita a mantenere il possesso anche con un uomo in meno. La Lazio si è visto che è una squadra che gioca bene, come vuole Sarri. Non ci saranno tante sorprese, il Cluj si chiuderà anche in casa ed è pericolosa sulle palle inattive. Anche se all'andata non ha concluso molto in quelle situazioni. Nell'ultima partita hanno cambiato 5-6 giocatori e sicuramente cambierà qualcosa il Cluj, giocando con giocatori più massivi e sperando di sfruttare qualche calcio d'angolo, qualche calcio di punizione..."
Krasniqi è il miglior calciatore che ha a disposizione Petrescu?
"Lui senza dubbio e Petrila che è subentrato ma ha fatto poco. E' ancora leggerino, non è pronto per giocare partite così ma nel campionato romeno fa la differenza. E poi lì davanti Yanga e Malele sono molto forti fisicamente. La Lazio ha grandi qualità ma non deve sottovalutare la partita. Sicuramente il Cluj sarà più agguerrita perché all'Olimpico è parsa un po' passiva. Gli è mancato il coraggio di osare, però davanti hai una squadra che gioca bene. Ciro ha fatto quel gol spettacolare ed ora è tornato un giocatore importante. Sarà complicato passare per il Cluj, come ha detto Petrescu deve sperare in una giornata 'no' della Lazio".
Quanto inciderà il calore della Cluj Arena? E quanti cambi farà Sarri?
"Non credo in un turnover massiccio, perché hanno una rosa buona ma un turnover massiccio non credo perché è pericoloso. Il Cluj in casa è più aggressiva, non farei tantissimi cambi. La cosa principale per la Lazio è il campionato ma passare agli ottavi è comunque un traguardo importante perché la Lazio con la squadra che ha può provare a vincere la Conference. Potrebbe anche rischiare perché è una partita che riparte dall'1-0 e non c'è neanche più il gol fuori casa. Lo stadio sarà piano, è a ferro di cavallo (manca una curva). I tifosi vedono volentieri la partita però non è un'atmosfera come negli stadi in Turchia come Besiktas o Fenerbache. Ci sarà comunque una bella la cornice di pubblico".
Come si vive il calcio in Romania? E come ti trovi lì?
"Mi trovo molto bene, mi sento apprezzato. Sono uno dei pochi allenatori stranieri e mi hanno sempre richiamato. Ho allenato qui, poi sono tornato in Italia a Modena. Poi mi hanno richiamato qui e son tornato qui e ho fatto altre due-tre stagioni. Con il Craiova ho lottato per il titolo proprio con il Cluj. E ora sono in questa squadra, il Sepsi, che ha vinto la coppa nazionale e l'anno scorso la Supercoppa. Anche qui ci sono i giornalisti, la carta stampata, la tv e vivono il calcio romeno. Seguono tanto il calcio italiano e i grandi campionati europei. Io sono tornato perché qui mi sento apprezzato, poi un po' di nostalgia c'è. Ho 58 anni ma seguo perché mi piace questo mestiere e ho trovato un ambiente favorevole".
Che obiettivi ti poni con il Sepsi in questa stagione?
"Ieri ho avuto la partita di campionato e abbiamo giocato lunedì, come accade in Italia. Abbiamo fatto il secondo tempo in dieci uomini ma siamo riusciti a pareggiare in trasferta e va bene così. Ora siamo sesti e qui il sistema è un po' diverso: le prime 6 fanno i playoff e le altre 10 lottano per non retrocedere. Ora mancano 4 partite alla fine della stagione regolare, abbiamo 5 punti di vantaggio sul Craiova settimo in classifica. Il calendario è difficile perché incontreremo il Farul Costanta, la squadra allenata da George Hagi, il Cluj e lo Steaua che ora si chiama FCSB, tutte squadre che lottano per il titolo. L'obiettivo è mantenere il sesto posto per fare i playoff. Siamo ai quarti di finale e vogliamo difendere il fatto che abbiamo vinto noi l'ultima coppa nazionale."
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