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Lazio, Gregucci agrodolce: “Inzaghi triste addio, ma con Sarri…”

Inzaghi e Luis Alberto

L'addio di Inzaghi è ancora una ferita aperta per l'ex Lazio Gregucci che però crede nelle capacità del suo imminente sostituto

redazionecittaceleste

L'arrivo di Maurizio Sarri alla Lazio appare ormai imminente. Il tecnico cresciuto in Toscana avrebbe rispedito alla dirigenza, con a capo Claudio Lotito il contratto firmato. Tuttavia, finché non sarà la stessa società biancoceleste a confermare che tutto è andato a buon fine, è lecito rimanere con i piedi per terra. Intanto, i microfoni di Radio Radio, hanno scambiato alcune parole con qualcuno che la Lazio la conosce molto bene. L'ex calciatore biancoceleste, Angelo Gregucci, è intervenuto nelle trasmissioni dell'emittente romana per dire la sua su questo nuovo capitolo. L'addio di Simone Inzaghi apre le porte ad una nuova avventura ancora tutta da scoprire. Quello che riserva il futuro alla Lazio non si conosce, ma ci sono alcuni calciatori dai quali sarebbe opportuno ripartire:

 Gregucci analizza il momento Lazio

"Non mi è piaciuto come è andato via il mio amico Simone. E' stato per il club un calciatore bravo e un allenatore importante. Trovo sbagliato l'epilogo della sua esperienza. Ha fatto molto bene in questi anni, meritava un'uscita migliore. Sarri è sicuramente un allenatore di vertice. A Napoli ha dimostrato di saper adattare il suo modulo ai giocatori che ha a disposizione. Ha provato a far giocare Insigne trequartista, ma quando ha capito che non funzionava è passato al 4-3-3. Grazie a questo schema i partenopei fecero grandi cose. In biancoceleste il mister dovrà essere bravo a valorizzare Lazzari. Il calcio sta cambiando e di conseguenza anche i ruoli dei vari calciatori. I club che partecipano a competizioni importanti non ragionano più come prima. Alla Lazio bisognerà puntare su Milinkovic, Luis Alberto e Immobile. Calciatori che hanno un'importanza simbolica non indifferente. Peccato gli Lulic e Radu siano avanti con gli anni. Una buona mossa sarebbe puntare sul settore giovanile. Non più solido come una volta. Non ci sono più i giovani che spingono per emergere dal vivaio come c'erano un tempo".