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Lazio, Gregucci: “Frase di Lotito da campagna elettorale. Noi nella storia”

redazionecittaceleste

Angelo Gregucci, uno della "banda del meno nove" in una intervista alla Gazzetta dello Sport ha ricordato l'annata magica in biancoceleste

La Lazio non è solo gli scudetti, la supercoppa Uefa o il 26 maggio. La Lazio è senso di appartenenza e grande amore per la maglia. Qualsiasi sia la categoria, qualsiasi sia la posta in palio, la Lazio è uguale e va amata in egual misura. Lo sa bene Angelo Gregucci, consacrato alla leggenda biancoceleste insieme ai suoi compagni della "banda del -9", e in campo nella storica partita contro il Campobasso. In un'intervista alla Gazzetta dello Sport  il difensore classe '64, oggi allenatore, ha ripercorso il suo cammino e quello dei suoi compagni nella magica stagione 1986/1987, fermandosi poi anche sulle parole recenti di Lotito inerenti al Campobasso stesso.

Gregucci, la Lazio deve un risarcimento al Campobasso come dice Lotito?

"Il presidente è candidato lì ed essendo anche presidente della Lazio nonché una persona perspicace ha voluto fare una battuta. Tipica frase da campagna elettorale, ma credo sappia anche lui che nessuno deve risarcire nessuno. Non credo ci sia dubbio in tal seno".

Che cosa ricorda di quella stagione?

"La prima sentenza, per la quale la Lazio era retrocessa in Serie C. Poi la decisione di metterla in Serie B ma con nove punti di penalizzazione in un momento in cui se ne ottenevano due per vittoria. Fu una stagione difficilissima. Prima abbiamo recuperato i nove punti, poi abbiamo battuto il Vicenza, nello scontro diretto all'ultima giornata, e ci siamo guadagnati gli spareggi e infine vinto anche quelli. In tutta la stagione non ci siamo mai giocati i due punti a partita, ma la storia del club...".

Infatti siete diventati leggenda...

"Questo è atipico: nelle ricorrenze storiche come il centenario del club, la banda dei meno nove viene sempre invitata per gratitudine e riconoscenza. Dal punto di vista sportivo è stato il punto più basso della Lazio, ma emotivamente viene vissuto come un momento eccezionale, al pari dei due scudetti. Il laziale è così, si ricorda tutto e nei momenti di difficoltà si vede".