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Lazio, Gregucci: “Muriqi come Marusic, aspettiamolo”

Gregucci analizza il momento Lazio

Le parole dell'ex calciatore biancoceleste su vari temi d'attualità

redazionecittaceleste

La Lazio è ferma per la sosta delle nazionali. In questo modo Inzaghi potrà provare a recuperare tre calciatori fondamentali per il finale di stagione. Ci riferiamo a Caicedo, Fares e Luiz Felipe. Ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto l'ex calciatore biancoceleste Angelo Gregucci, che ha toccato vari temi, primo fra tutti la scomparsa del giovane della Primavera laziale Guerini: "Mi unisco al cordoglio della famiglia per la morte di Guerini. È inspiegabile quello che è successo, e non è naturale che un padre perda un figlio. Faccio le condoglianze alla famiglia.

Morte Guerini, la dedica dell'agente

Poi Gregucci torna a parla di campo:"Non sono certo che la Vecchia Signora possa arrivare fra le prime quattro. Non credo si possa ancora valutare il lavoro di Pirlo. Quest'anno le grandi spesso perdono punti con le piccole. La lotta per la Champions è bellissima ed emozionante e sicuramente vedrà protagonista anche la Lazio. Immobile può ritrovarsi in Nazionale. Ha la possibilità di rappresentare l'Italia contro l'Irlanda del Nord. Muriqi non mi sembra un grandissimo calciatore, ma non possiamo essere frettolosi nei giudizi. C'erano aspettative alte su di lui, soprattutto per quanto lo hai pagato. Bisogna aspettarlo. Anche su Marusic i prima giudizi non erano buoni mentre ora sta dimostrando quanto vale.

Infine un commento sul momento del calcio italiano: "Ci si scandalizza per l'uscita delle italiane dalle coppe, ma il problema è antico.Il settore giovanile italiano è scadente, le strutture sono pessime, non ci sono risorse. Le squadre straniere investono tantissimi milioni nei settori giovanili, come ad esempio il Bayern Monaco che ha speso 80 milioni e ha maestri di calcio come Klose e Kahn. Inoltre non si ha la capacità di saper riconoscere il talento e valorizzarlo, come nei casi di Coman e Kean. In Italia non c'è la mentalità, non c'è una proposta vera e identitaria del calcio italiano ".

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