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Lazio-Juve, Zoff: “Grandi ricordi. Stasera difficile fare previsioni, Tudor…”

Dino Zoff
Le parole del doppio ex di Lazio e Juve, Dino Zoff, sulla sfida tra biancocelesti e bianconeri in programma questa sera allo Stadio Olimpico
Edoardo Pettinelli Redattore 

Lazio-Juve vista da Dino Zoff. L'ex portiere nel suo passato da calciatore ha vestito la maglia bianconera e ha poi allenato i biancocelesti tra il 1990 e il 2001. Intervenuto alle colonne de Il Cuoio, all'interno del Corriere dello Sport il doppio ex si è espresso in merito alla sfida in scena stasera all'Olimpico. A partire dai suoi ricordi più vividi: “Il ricordo storico più forte sono probabilmente le sfide avvenute negli anni Settanta, da portiere della Juventus contro una Lazio che poi nel 1974 vinse il suo primo scudetto. Quindi erano partite di grandissimo livello, soprattutto quelle giocate a Roma. Pensando alla carriera da allenatore, invece, in relazione al periodo in cui ero a Roma, mi ricordo di un Lazio-Juventus finito 1-1, quando riuscimmo a recuperare nonostante l'inferiorità numerica per l'espulsione di Gregucci. Fu una grande soddisfazione, quella era una Juve forte, c'era anche Roberto Baggio in campo. Questi ricordi sono forse i più importanti dal mio punto di vista. Poi è chiaro che successivamente ce ne sono stati molti altri di altissimo spessore”.

Ripartiamo allora dalle prime sfide, quelle da calciatore contro una Lazio passata alla storia. Che tipo di match erano quelli?

“Beh, quella era una Lazio combattiva, feroce, gagliarda, compatta. Aveva tutte le caratteristiche di una grande squadra, quelle che poi l'hanno portata a vincere meritatamente un campionato rimasto nella storia. Da avversari si percepiva un ambiente caratterialmente forte ed è stato probabilmente uno dei momenti più belli del club biancoceleste. Sicuramente lo è stato dal punto di vista romantico, poi ovviamente nell'epoca di Cragnotti sono arrivate altre soddisfazioni, con un'altra dimensione di grandezza”.

Ripartiamo allora dalle prime sfide, quelle da calciatore contro una Lazio passata alla storia. Che tipo di match erano quelli?

“Beh, quella era una Lazio combattiva, feroce, gagliarda, compatta. Aveva tutte le caratteristiche di una grande squadra, quelle che poi l'hanno portata a vincere meritatamente un campionato rimasto nella storia. Da avversari si percepiva un ambiente caratterialmente forte ed è stato probabilmente uno dei momenti più belli del club biancoceleste. Sicuramente lo è stato dal punto di vista romantico, poi ovviamente nell'epoca di Cragnotti sono arrivate altre soddisfazioni, con un'altra dimensione di grandezza”.

Invece come si preparavano le sfide contro un attaccante come Chinaglia?

“Diciamo che non c'era molto da studiare, perché era conosciutissimo e le sue qualità erano ben note a tutti. E il discorso vale per Chinaglia, ma pure successivamente per Bruno Giordano. Grandi attaccanti entrambi, capaci di segnare bellissimi gol. Nella mia epoca da portiere sono stati loro i centravanti di punta della Lazio”.

Se passiamo all'epoca da allenatore, invece, quali sono i primi ricordi?

“La prima cosa che mi viene in mente è quando arrivai per la terza volta alla Lazio negli anni Duemila. In quell'epoca la squadra biancoceleste era fortissima e io venni chiamato perché Eriksson era diventato commissario tecnico dell'Inghilterra. In quella stagione ci fu un inseguimento importante alla Roma, una grande rincorsa che purtroppo si interruppe quando venimmo fermati al 92' da un gol di Dalmat nella sfida con l'Inter giocata al San Nicola di Bari”.

La sua prima esperienza romana è invece legata inevitabilmente al ricordo di Paul Gascoigne.

“L’arrivo di Gascoigne rappresentò veramente un grande acquisto. Un artista strano, ma un grande giocatore. Diciamo che il suo innesto, così come l'avvento di Cragnotti alla presidenza, ha aperto la strada verso la crescita del club”.

Che partita è invece Lazio-Juventus di oggi?

“L’idea è che la Lazio abbia avuto qualche problema, quello è chiaro. Se si è arrivati alle dimissioni e al nuovo allenatore non può essere altrimenti. Anche la Juventus non è al massimo per il periodo non felice di risultati. Chi riesce ad avere la meglio in questi scontri può iniziare la sua risalita. Difficile fare previsioni: da una parte c'è la Lazio con il nuovo tecnico in panchina, dall'altra una Juve che vorrà voltar pagina. Quindi vediamo chi ci riesce meglio. Poi c'è anche la variabile dei tre scontri a stretto giro di posta: non credo che sotto questo punto di vista ci siano particolari problemi, le squadre ragioneranno affrontando una partita alla volta. Al massimo potranno trarre esperienza per quelle successive da giocare”.

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