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Lazio, Luis Alberto: “Siamo una squadra, nella buona e nella cattiva sorte”

redazionecittaceleste

Luis Alberto, il giorno dopo la sfida di Champions League contro il Bayern Monaco, ha mandato un messaggio attraverso i propri social

ROMA - Anche Luis Alberto ha voluto mandare un messaggio il giorno dopo la sfida di Champions League contro il Bayern Monaco. I campioni di Germania, d'Europa e del mondo hanno manifestato ancora una volta la loro supremazia in campo internazionale. Gli ultimi vincitori della Champions, sono destinati ad arrivare lontano anche quest'anno. Peccato solo che la Lazio si sia data la zappa sui piedi concedendo, di sua iniziativa, tre dei quattro goal totali segnati dai bavaresi. Tra i biancocelesti poche note liete: forse Joaquin Correa, Manuel Lazzari e Adam Marusic su tutti. Così così i giocatori dai quali si aspettava di più, come Ciro Immobile, Sergej Milinkovic-Savic e lo stesso Mago.

LA PARTITA DELLO SPAGNOLO - Come al solito, quando il tecnico ha fatto uscire il fantasista spagnolo dal campo per concedergli un po' di riposo, i palloni hanno smesso di arrivare nell'area avversaria e alle punte. Da quel momento la Lazio non è più riuscita a rendersi pericolosa. Nonostante in campionato Luis Alberto non sia ancora riuscito nella sua specialità, ovvero fornire degli assist ai suoi compagni, non sono certamente mancati palloni illuminanti da parte sua. Anche ieri è stato protagonista in alcune buone giocate. Forse un po' troppo polemico, con l'arbitro specialmente.

IL MESSAGGIO - Passando al messaggio che il Mago ha voluto mandare attraverso il suo personale account Instagram, queste sono le parole di Luis Alberto: "Questo è il momento di essere uniti. Siamo una squadra, nella buona e soprattutto nella cattiva sorte. Insieme andremo avanti. Dobbiamo rialzare la testa e lavorare già per la prossima partita". Stando al calendario, il prossimo appuntamento dei biancocelesti sarà sabato pomeriggio contro il Bologna. I rossoblù di Sinisa Mihajlovic hanno già iniziato a preparare la sfida del Renato Dall'Ara. I capitolini davanti a sé hanno un filotto di partite che è meglio non prendere sottogamba.