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Lazio, Matri: “Una nuova vita in giacca e cravatta. Ecco il mio ruolo…”

redazionecittaceleste

Le parole di Alessandro Matri

Alessandro Matri, dirigente della Lazio, ha parlato ai microfoni ufficiali del club. Le sue parole: "È stato bello riaffacciarsi al mondo della Primavera. Da una parte stiamo ottenendo buoni risultati, dall’altro lato invece meno. Il mio nuovo look in giacca e cravatta? Sono un po’ casual, mi abituo alle occasioni! Staccarsi dal mondo vissuto fino all’anno scorso è stato complicato ma la vita va avanti. Ho ricevuto subito un’occasione importante,  ne sono orgoglioso, così penso meno al calcio giocato. I tempi sono diversi rispetto a quando giocavo io in Primavera, quando ero un giovane calciatore non c’erano i social né così tante radio e TV dedicate ai ragazzi: queste maggiori distrazioni possono complicare, in alcuni casi, la crescita dei giovani. Prima affacciarsi in prima squadra era più complicato, rappresentava quindi un obiettivo ancor più bello da raggiungere. Fino a qualche anno fa, senza retrocessioni, i giocatori scendevano in campo più serenamente. La squadra sta incontrando difficoltà in campionato, ma c’è grande concentrazione in vista dell’ultimo atto della Coppa Italia: in mano, però, non c’è ancora nulla, le finali vanno giocate e possibilmente vinte.

Ancora sul campionato della Lazio Primavera: "Ieri i ragazzi di Menichini hanno avuto un’ottima reazione contro il Sassuolo. Il gruppo era partito bene, un’altra sosta dovuta al Covid ha modificato ulteriormente il rendimento sul campo in questa annata, così come alcuni infortuni ed altre problematiche. È un momento delicato, il finale di campionato è importante. La Primavera 1 è una competizione attendibile e di alto valore: può aiutare a capire i calciatori di prospettiva. L’inserimento va anche in base agli obiettivi della prima squadra: i ‘grandi’ della Lazio stanno lottando per un traguardo di assoluto livello, è più difficile in un contesto simile inserire un talento dal vivaio. Ognuno poi ha il suo percorso, non c’è nulla di automatico: la cosa migliore è che ciascuno riesca a trovare il proprio cammino. La parte tecnica spetta al mister, io mi posso limitare ad alcuni consigli, non è giusto subentrare in determinati discorsi, ancor di più visto che parliamo di un tecnico di assoluto valore. I ragazzi devono superare ciò che di tragico è accaduto all’interno del proprio spogliatoio: la parte mentale è molto importante. La persona è diversa dal calciatore: episodi simili tirano fuori il carattere e la sensibilità di ognuno”.