Se ne è andato mister Sven Goran Eriksson. Lo scorso gennaio l'allenatore campione d'Italia con la Lazio nel 2000 aveva annunciato una malattia incurabile. Un lutto che ha colpito non solo la Lazio ma l'intero mondo del calcio e non solo. Intervenuto ai microfoni di Sky Sport anche l'ex portiere biancoceleste Fernando Orsi ha voluto ricordare mister Eriksson.
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Lazio, Orsi su Eriksson: “Sdrammatizzando la morte ha mandato un messaggio”
"Quando ho saputo della notizia della malattia l'ho accolta con molto dispiacere. Sono stato uno dei primi a saperlo tramite altre persone che gli erano vicino. Lui l'ha affrontata con molta forza, era una persona così: tranquilla, che dava e aveva responsabilità. Capiva che forse era arrivata la sua ora ma ha affrontato la malattia con grande dignità, come poi ha anche vissuto la sua vita da allenatore: sdrammatizzando un po' tutta la sua carriera.
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Era un grande allenatore e nelle situazioni drammatiche riusciva a infonderti grande tranquillità e questo è risultato vincente. Quando abbiamo vinto lo scudetto con la Lazio all'ultima giornata ci credeva solo lui, noi eravamo quasi rassegnati mentre lui era convinto, e alla fine ha avuto ragione. Gentiluomo? Assolutamente, nella gestione dei grandi calciatori se non sei gentile sicuramente non vai avanti. Lui era gentile e allo stesso tempo risoluto.
Ha allenato sia la Roma che la Lazio ed è sempre stato benvoluto da tutte e due le tifoserie. Questo vuol dire che ha conquistato entrambe le squadre non solo per i risultati ma anche per empatia. Con lui furono anni in cui arrivavano campioni ogni anno, lui non aveva il problema dell'abbondanza di campioni, ma nella mancanza. Poi non si arrabbiava mai, era sempre una persona che difficilmente alzava la voce e anche questa forse era la sua forza. Con la pacatezza riusciva a darti una forza mentale che forse serviva di più di quella tecnica.
Lui ha affrontato la morte così come ha affrontato la vita: con forza, sdrammatizzando. La sua forza è stata questa. Aveva una genilaità nell'estraniarsi dalla partita per capire ciò che serviva in una determinata partita. Sdrammatizzando la morta ha voluto mandare un messaggio di come era come persona".
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