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Lazio, 43 anni fa la morte di Paparelli. L’evento che cambiò la storia dei derby

Paparelli
Nel giorno del quarantatreesimo anniversario dalla scompara di Vincenzo Paparelli, il figlio Gabriele lo ricorda commosso sui profili social

redazionecittaceleste

Quel 28 ottobre 1979 sembrava una domenica come tante altre, un derby sentito ma alla fine come tanti altri. La città si svegliava pronta a quello che è di certo l'evento sportivo per antonomasia e che da sempre anima e colora la Capitale. Nessuno si immaginava la tragedia che si sarebbe poi consumata. Nella trasferta di Coppa Italia, il 17 ottobre, contro il Vicenza vennero usati per la prima volta dei razzi navali come tipo di coreografia. Nel magazzino posto nella pancia dello Stadio Olimpico i razzi venivano riposti in attesa di una nuova coreografia, razzi che tuttavia risultarono poi spariti, rubati.

Il Corriere dello Sport su Paparelli

Pomeriggio di follia

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Vincenzo Paparelli, meccanico allora 33enne, si trovava allo Stadio insieme alla moglie Vanda pronto a tifare la sua Lazio. Un razzo improvvisamente parte dalla Curva Sud, poi un secondo e un terzo. Uno di questi colpisce il malcapitato Parelli e alle 14:15 il triste annuncio: "Vincenzo Paparelli, tifoso della Lazio e padre di due figli, è morto poco fa all'ospedale Santo Spirito dopo essere stato colpito sugli spalti dello Stadio Olimpico da un razzo lanciato dalla Curva Sud dai tifosi della Roma". Il seguito è il racconto di un pomeriggio di follia tra tentativi di invasione di campo con la polizia schierata a presidiare la porta sotto la Curva Nord in assetto di guerra. Wilson e Giordano cercheranno di spiegare che la partita deve essere giocata. Bisogna evitare che lo stadio si svuoti e che Roma diventi il teatro di una vera guerriglia.

Ricordo

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Il ricordo di Vincenzo Paparelli non deve essere motivo di nostalgia o retorica ma pretesto per sottolineare l'importanza dell'insegnamento che la morte stessa di Paparelli ha portato. Nel giorno del quarantatreesimo anniversario della sua scomparsa il figlio Gabriele lo ha voluto ricordare con un messaggio toccante:

"43 lunghi anni sono passati tra mille difficoltà, con dolori immensi per chi come me ti amava. Ma con tanto amore da parte di un popolo intero che ha la tua stessa passione, quella di amare la Lazio"