Si riparte da Reggio Emilia, per dimostrare di aver archiviato definitivamente le difficoltà di inizio stagione e per confermare quanto di buono visto con l’Atalanta. E l’inizio della Lazio va proprio in questa direzione: viva, aggressiva, con gli occhi spiritati. La squadra di Sarri parte fortissimo mettendo subito in difficoltà il Sassuolo. Per i primi 20’ è assolo biancoceleste: costantemente in proiezione offensiva e con almeno quattro nitide occasioni. La più netta capita sui piedi di Felipe Anderson che al 18’ mette Consigli nelle condizioni di mettersi in mostra con una gran parata grazie a un tiro poco convinto. Sul calcio d’angolo successivo è ancora molto reattivo il portiere a deviare sulla traversa il pallone, colpito da Romagnoli, che finisce poi addosso a Toljan e danza pericolosamente sulla linea di porta. Ma la Lazio domina ed è inevitabile il vantaggio, che arriva puntuale al 28’.
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La Lazio risponde presente: 2-0 al Sassuolo, ora sì che è la squadra di Sarri
Ottima la pressione di Luis Alberto che recupera sull’ennesima follia difensiva di Tressoldi: la palla arriva a Castellanos che gira per Felipe Anderson, il brasiliano questa volta non sbaglia e fa 1-0. Tre minuti dopo Pedersen si prende il primo giallo della gara, passano sessanta secondi e Rovella pareggia il conto delle ammonizioni. Ancora Tressoldi protagonista di serata al 35’: altra dormita e palla a Felipe Anderson, che si allarga sulla destra e crossa dentro. Impreciso anche Boloca che pasticcia, non libera e lascia lì per Luis Alberto che, da dentro l’area piccola, supera Consigli con un dolce scavetto per il raddoppio della Lazio. I biancocelesti vanno in controllo, il primo tempo si esaurisce dopo tre minuti di recupero e non prima del giallo a Pedro al 44’. Dionisi cambia allora a inizio secondo tempo: fuori Tressoldi, Pedersen e Racic, dentro Erlic, Vina e Thorstvedt.
Il Sassuolo sembra beneficiarne, appare più convinto e prova a impensierire la Lazio. Corre allora ai ripari Sarri dalla tribuna: fuori Rovella e Pedro, dentro Cataldi e Zaccagni al 53’. Passano quattro minuti ed è proprio il centrocampista a farsi notare con un tiro al volo di collo pieno che si stampa sul palo alla sinistra di Consigli. Cambia ancora Dionisi al 61’: fuori Castillejo, dentro Defrel. Due minuti dopo Provedel rischia tantissimo uscendo fuori dall’area di rigore e prendendo il pallone con le mani sula linea: bravissimo nella lettura il portiere ma meno Di Bello che, fuori posizione come il suo assistente, estrae un rosso a sensazione che viene cancellato dal Var dopo un paio di minuti di attesa. Al 67’ cambia ancora la Lazio, con Vecino che prende il posto di Guendouzi.
Tra 75’ e 77’ arrivano anche i gialli per Luis Alberto e Cataldi, non prima del tiro di Zaccagni che impegna Consigli costretto a respingere coi pugni. Al 79’ Immobile e Kamada prendono il posto di Castellanos e Luis Alberto, che non prende benissimo la sostituzione. Due minuti dopo bravo Provedel a trattenere un tiro di Thorstvedt dopo un’uscita infelice di Felipe Anderson. Sul ribaltamento di fronte sfiora il gol Vecino in controbalzo sul cross proprio del brasiliano. All’88’, poco prima della segnalazione dei sei minuti di recupero, Mulattieri entra al posto di Pinamonti. La Lazio però ormai gestisce e aspetta solo il verdetto del cronometro. Di Bello fischia la fine dopo il recupero ed esplode la festa in un Mapei Stadium a chiare tinte biancocelesti anche sugli spalti: bentornata Lazio, ora sotto con la Champions.
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