L'ha voluta con tutto se stesso, ha aspettato, ha rischiato di vederla sfumare ma alla fine l'ha ottenuta. Alessio Romagnoli si è preso la sua Lazio da vera bandiera romantica in un calcio ormai privo di valori del genere. Ora la difende con tutto quello che ha: dal cuore al corpo. Sta ritrovando la verve che gli ultimi anni al Milan gli avevano fatto perdere: respinge palloni (18) come nessun altro ha fatto fino a questo momento tra i biancocelesti e combatte per la squadra del suo cuore. Arrivato scarico, i minuti nelle gambe erano ovviamente pochi visto il suo scarso impiego nell'ultimo periodo rossonero cui si aggiunge anche una pubalgia di non poco conto. Come se nulla fosse si è messo a lavorare dal primo giorno. "Non correvi così tanto con Pioli eh" gli diceva ridendo Milinkovic l'ultimo giorno di ritiro, ma per la sua Lazioquesto e altro.
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Lazio, Romagnoli è leader forte e silenzioso. Ora Sarri lo vuole al top
Gestione
Seppur la tanta voglia di battagliare a difesa dei colori che ama Sarri quando ha potuto lo ha gestito al meglio. Il tecnico biancoceleste gli ha risparmiato il Verona e parte della Cremonese, con ottimo lavoro fatto da Casale. La sosta è arrivata al momento giusto per consentirgli di lavorare in maniere specifica e riprendere un po' di fiato. Si ripresenterà tirato a lucidocontro lo Spezia ed è già ora ben conscio che nelle prossime 12 partite il tempo per riposare sarà ben poco. Nessun problema, Romagnoli ha atteso questo momento per una vita e ogni partita per lui sarà solo un altro modo per dimostrare di meritarsi questa maglia e sopratutto il numero che indossa con immenso orgoglio sulle spalle.
Per qualcosa
Romagnoli ha anteposto la Lazio a tutto: soldi, gloria e Champions. Era il momento giusto per tornare a casa, da uomo maturo e nell'età giusta per poter essere ancora competitivo a lungo. Voleva completare la sua carriera dopo lo scudetto vinto perché per Romagnoli ciò che era importante era combattere e giocare per qualcosa, non solo contro qualcuno. Simbolo di un calcio che ormai non c'è più Romagnoli è l'orgoglio della Lazio. Immobile e Milinkovic sono idoli indiscussi dei tifosi ma Romagnoli è la personificazione proprio di tutti quei tifosi sul campo da gioco.
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