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Lazio, San Siro amaro: dieci minuti di black out allungano il tabù

Provedel, Romagnoli e Lautaro
Non infrange un tabù lungo 4 anni la squadra di Sarri che, dopo ben 80 minuti in vantaggio, si arrende all'Inter a lungo a caccia del gol

Attendista e cinica nello sfruttare l'errore dell'avversario. La Lazio parte bene a San Siro trovando la via del gol con Felipe Anderson e andando vicina al raddoppio sempre con il brasiliano sul quale è bravissimo Bastoni a opporsi con la gamba destra. I cambi infatti hanno indirizzato la partita verso Simone Inzaghi che, come accaduto lo scorso anno, vince il ritorno a San Siro dopo essere caduto all'Olimpico. Di differenza di cilindrata ha parlato a tutte le emittenti presenti Sarri conscio di una differenza di rosa abissale con l'Inter. Tante le riflessioni da fare in casa Lazio specialmente sul perché la squadra, con il risultato ancora a proprio favore, abbia deciso di concedere tanto spazio all'Inter.

Felipe Anderson

Fantasmi di una vecchia Lazio quelli visti negli ultimi 10 minuti di un secondo tempo nel quale non si è mai realmente stati pericolosi. Troppi 3 gol subiti in poco più di 10 minuti; inaccettabile l'errore di valutazione della sconfitta stessa visto la differenza di peso che il 3-1 può avere rispetto al 2-1 sul quale la partita sembrava destinata a concludersi. Rimane dunque l'amarezza di non aver sfatato un tabù (quello di vincere a San Siro contro l'Inter) che dura dal 2018 quando il colpo di testa di Milinkovic valse l'ultimo successo esterno contro i meneghini. Poco tempo per elaborare una sconfitta che ora impone alla Lazio l'oibbligo di centrare i 3 punti subito nel turno infrasettimanale contro il Sassuolo. La corsa Champions non è ancora compromessa, ma è il momento di tornare a essere la vera Lazio. Altri passi falsi potrebbero essere realmente letali.