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Serginho si racconta: “Potevo andare alla Lazio ma dissi no grazie”

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Le parole di Serginho, ex calciatore brasiliano, molto vicino a vestire la maglia della Lazio prima di approdare a San Siro

redazionecittaceleste

In questo momento il campionato è fermo. Chi scende in campo lo sta facendo per via degli impegni delle proprie nazionali. Anche per questo i microfoni della Gazzetta dello Sport si sono concessi un momento amarcord andando a pescare dalla scatola dei ricordi un calciatori che a cavallo tra gli anni novanta e i gli inizi del duemila ha, a suo modo, fatto la storia del campionato italiano. L'esterno brasiliano con un passato rossonero, Serginho, nel corso di questa chiacchierata con il quotidiano sportivo ha raccontato diversi aneddoti. Uno di questi ha riguardato proprio la Lazio. La società biancoceleste quando il calciatore era ancora in Brasile aveva provato ad acquistarlo prima dei rivali. Cosa che, come è storicamente noto, non è mai successa. Queste le sue parole sul presente e sul futuro:

Serginho si racconta: “Potevo andare alla Lazio ma dissi no grazie”- immagine 2

Sul cammino del Diavolo

"Bravo Maldini ad aver lavorato sul senso di appartenenza. I giocatori sentono il peso della maglia, proprio come lo sentivamo noi. Devono saper gestire una responsabilità come questa. Ai miei tempi ci pensava Berlusconi, che arrivava in elicottero, a farci capire che cosa significava vestire i colori rossoneri. Adesso Paolo sta facendo la stessa cosa".

Su quella volta che la Lazio ci provò

"Ho sempre sognato di giocare per il club meneghino. Già in Brasile pensavo solo a loro. Quando ero ancora nel San Paolo mi cercarono anche Juventus e Lazio. Tuttavia, per me non esistevano altre squadre. Perciò dissi no grazie e decisi di andare a giocare a San Siro. Lì la prima persona che incontrai fu proprio Maldini. Ricordo che mi stavo dirigendo verso le visite mediche e lo incrociai. Io iniziavo e lui finiva. Un vero mito, anche adesso. Ha un peso importante anche nella scelta dei calciatori. Ai miei tempi eravamo come una famiglia. Con Galliani siamo amici ancora oggi. Rimaneva con me, Kakà, Cafu e Dida a cantare le canzoni brasiliane".