L'ex capocannoniere della Lazio, Giuseppe Signori, è recentemente intervenuto nelle trasmissioni di Radiosei per parlare del suo ritorno nel mondo del calcio e di quello che è stato il periodo vissuto da lui nella Capitale. Dopo dieci anni trascorsi a farsi giustizia, per via delle accuse poi decadute di calcioscommesse, Beppegol può finalmente tornare nel settore che più gli compete:
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Lazio, Signori: “Sto cercando un progetto dove fare l’allenatore”
L'ex bomber della Lazio, Giuseppe Signori, è pronto per tornare nel mondo del calcio in qualità di allenatore
Sulla battaglia legale
"Non mi sarebbe piaciuto rimanere nel grigiore di una prescrizione, per questo ho deciso di andare fino in fondo. Sapevo di essere innocente e ho combattuto per dimostrarlo. Sorprenderà qualcuno l'esito finale, ma non di certo me. Sono stati dieci anni duri ma l'importante è che la verità sia venuta fuori. Ho preso il patentino UEFA pro A. La mia intenzione sarebbe quella di allenare, ma esser stato dieci anni lontano dal mondo del calcio è un problema. Tuttavia, se ci sarà la possibilità di abbracciare un progetto, di Serie A, B o C, mi piacerebbe dare il mio contributo. Se mi daranno la possibilità la accetterò volentieri".
Sul periodo in biancoceleste
"Quando arrivai alla Lazio mi chiesero se sarei riuscito a sostituire Ruben Sosa, io risposi che avrei provato a fare anche meglio e così è stato. Poi mi hanno spiegato che cosa significa il derby. Credo che una delle peggiori prestazioni da parte mia sia arrivata proprio nella prima stracittadina. Sentii troppa pressione. Della Capitale ricordo con piacere molte cose, anche se mi perdevo per trovare il campo di Tor di Quinto (ride, ndr). Ciononostante venivo da una società diversa e ambientarsi ha richiesto impegno. Roma ha cambiato il mio modo di vedere le cose. Nello spogliatoio, poi, c'erano campioni che mi hanno aiutato a crescere. Il passaggio dal Foggia alla Lazio ha richiesto lavoro. In biancoceleste abbiamo gettato le basi per i successi futuri dell'era Cragnotti".
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