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Lecce-Lazio, Sarri: “Calo fisico un alibi. Presunzione? Alla fine chi ca**o siamo”

redazionecittaceleste

Le parole del tecnico biancoceleste, intervenuto in conferenza stampa al termine della gara contro i salentini direttamente dal Via del Mare

La Lazio cade nella sua trappola e esce sconfitta dal Via del Mare. Mai vista l'umiltà chiesta di Sarri e in campo le leziosità, evitabili, spiano la strada al meritato successo del Lecce. Al termine della gara Maurizio Sarri in conferenza stampa ha analizzato la sconfitta di oggi

Ho visto una bella Lazio nel primo tempo, tutto faceva pensare che potevate raddoppiare, cosa è successo?

"Noi ce lo chiediamo da un anno e mezzo cosa ci succede in certi momenti a volte in certe partite a volte in certi momenti, noi abbiamo approcciato bene alla partita, abbiamo creato soprattutto nei primi 30 diverse situazioni senza concedere. Qualche avvisaglia c'era già sul finire di primo tempo, perché ci siamo abbassati un po' troppo anche se non erano venute fuori situazioni estremamente pericolose. Il secondo tempo abbiamo innescato noi la reazione degli avversari perdendo 5/6 palloni consecutivi in uscita, ci hanno tenuto lì e dopo il gol del pareggio ci siamo consegnati, purtroppo. Quindi una partita iniziata ad altissimo livello qualitativo e finita a bassissima intensità mentale. E' una situazione difficile da gestire, avevamo la sensazione di aver molto ridotto questi momenti di passività mentale ma oggi è tornata fuori. Guariti non siamo da questo punto di vista".

Lei è uno degli allenatori di maggior spessore internazionale, ha allenato in campionati con grandi culture calcistiche, le chiede di commentare i bu razzisti da parte dei suoi tifosi.

"Banda non mi sembra perché quando c'è stata l'interruzione lui era già uscito. Dalla panchina non ho sentito tanto che ho chiesto al quarto uomo cosa fosse successo, forse eravamo in una zona di campo dove era predominante il coro per Umtiti e non quell'altro. Io sinceramente non ho sentito e non vorrei che fosse associato certi atteggiamenti ai tifosi della Lazio che sono rappresentati dalla maggioranza e non dalla minoranza".

Quando si vince si vince tutti insieme, quando si perde uguale. Vorrei sapere se ti senti responsabile di quanto accaduto?

"Mi sento responsabile come tutti i componenti del gruppo, forse oggi anche qualcosa di più visto che abbiamo sbagliato anche un cambio (Milinkovic ndr) quindi se la squadra era in confusione mentale, anche noi in panchina lo eravamo. Siamo tutti responsabile".

C'è la sensazione che c'è una differenza grande tra la squadra titolare e chi entra dalla panchina, dal momento in cui viene mancare Luis Alberto, Immobile pure segnando erano due mesi e mezzo che non giocava, Milinkovic stava così così.

"Marcos Antonio per me è entrato anche bene ridandoci un po' di palleggio quando non lo avevamo più. Per quanto riguarda questa partita, in quel momento della gara e per come si era messa in panchina serviva Messi. C'era un'inerzia ormai negativa, dopo il 2-1 non abbiamo auto grandi reazioni. Quindi mettere la croce addosso a questi ragazzi giovani non mi sembra il caso. La croce si deve mettere sul fatto che noi diamo l'impressione di avere un potenziale superiore che andiamo sprecare sempre per gli stessi motivi".

Lei ha parlato di problema mentale ma c'è stato anche un calo fisico nella ripresa secondo lei?

"Il calo fisico è un alibi che non va dato a nessuno. Il calo è progressivo noi ci siamo spenti in maniera improvvisa, poi se diamo alibi una volta rimane sempre lì. Non mi sentirai mai parlare di un aspetto fisico per giustificare una sconfitta".

Come mai Pedro dal primo minuto e Felipe in panchina?

"Perché Pedro dava la sensazione di essere vivace e volevo sfruttarlo dall'inizio sapendo che poi ci sarebbe stato bisogno anche di Felipe. Una normale costatazione di un momento".

La sensazione è che la squadra soffre le squadre che alzano il ritmo e diventano cattive.

"Questo è venuto fuori quando noi gli abbiamo consegnato l'inerzia della partita, perché il Lecce è stato aggressivo fin dall'inizio ma prima lo mandavi a vuoto poi l'aggressività l'hai subita. Noi, per caratteristiche, non siamo una squadra di altissime velocità quello fa parte delle caratteristiche. Non abbiamo le accelerazioni devastanti in tutti i giocatori, si può migliorare la resistenza ma non la cilindrata. Questa è la squadra che ho allenato negli ultimi otto anni che ha corso di più".

La causa è la presunzione di aver spesso mantenuto il risultato? 

"E' un aspetto che può essere preso in considerazione. Può venire da un pizzico di superficialità o mancanza di umiltà, avere la sensazione di avere la partita in totale sotto controllo poi molare. Poi quando esci rientrare in partita è difficile. E' inconcepibile pensare che siamo presuntuosi. Perché siamo presuntuosi? Alla fine ma chi c****o siamo. escluso Pedro non ci sono giocatori che hanno vinto tutto".