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Lotito ed il blitz rinnovi, sperando in epiloghi migliori

Lotito
La Lazio deve tenere conto, tra le altre cose, della grana legata ai rinnovi contrattuali. Lotito scende in campo e vola in Arabia

La Lazio vola a Riyad dove la attende la Supercoppa Italiana nella sua formula nuova di zecca e tutta spinta all’economicismo – questa frase non è stata scritta da Maurizio Sarri -. Il momento è buono e lo si capisce pure dai sorrisi che pervadono i volti dei calciatori biancocelesti all’aeroporto. D’altronde è tutto cambiato rispetto ad un mese fa: la classifica – che vede a squadra ad un solo punto di distanza dal tanto ambito quarto posto – è diventata buona. C’è la semifinale di Coppa Italia, l’ottavo di Champions League e pure la Supercoppa Italiana. Prima l’Inter poi – in caso di vittoria – la vincente tra Napoli e Fiorentina. Insomma, la Lazio ha più di un motivo per godersi il momento.

Lotito vola a Riyad

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Contento ma non contentissimo è Claudio Lotito. Il Presidente è soddisfatto di come la squadra abbia risalito la china ma, allo stesso tempo, è in apprensione per tutti i discorsi legati ai rinnovi contrattuali. Anche per questo motivo è volato in Arabia: per parlare, personalmente, con alcuni dei giocatori interessati. In primis, Felipe Anderson, in scadenza il prossimo giugno. L’ombra bianconera della Juve si sta facendo grande e Lotito vuole una risposta dal giocatore: Lazio sì o Lazio no?

Gli errori del passato

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La speranza è che si possano evitare gli errori del passato. Quelli che hanno portato a cessioni a zero: da Pandev a Luiz Felipe passando per de Vrij. Dopo Felipe Anderson ci sarà Zaccagni, poi Provedel, poi Romagnoli. L’obiettivo deve essere quello di non sciupare il patrimonio di giocatori che, rispetto a quando sono approdati a Roma, valgono molto di più. Anche a costo di uno sforzo. Un lavoro difficile, certo, e nella piena consapevolezza della complessità del calcio moderno – ripetiamo: non sta scrivendo Sarri – che tra ambizioni personali e poche riconoscenza comporta anche addii lacrime e sangue. Non resta che auspicare – per Felipe Anderson e chi verrà – migliori epiloghi.

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