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M.Maestrelli: “Ottimista sulla Lazio, serviva ripartire. Ho incontrato Sarri e…”

Massimo Maestrelli
Intervenuto ai microfoni di RadioSei il figlio dello storico allenatore del primo scudetto ha detto la sua sulla stagione ormai alle porte
Edoardo Benedetti Redattore 

A ormai poche settimane dal via della stagione sono ancora tanti gli interrogativi sulla nuova Lazio di Baroni. Il cambiamento radicale in rosa ovviamente ha fatto nascere dubbi in merito alla reale efficienza della squadra. Proprio in merito alla stagione ormai alle porte è intervenuto ai microfoni di RadioSeiMassimo Maestrelli, figlio di Tommaso.

"Io sono abbastanza ottimista sulla Lazio, c’era la necessità di ripartire da zero. Chi per età, chi per caprici o atteggiamenti non lineari, chi è andato via doveva farlo. Certo, va detto che c’è stato un cambiamento radicale, tutto insieme. Mi piacciono i giocatori che la Lazio ha preso perché hanno forza. Lotito dice delle cose che non piacciono, anche se devo dire che dal punto degli allenatori difficilmente ha sbagliato. Se bisogna partire da zero bisogna farlo con un tecnico che ha fame, un po’ come avvenne con mio padre. Anzi, verrebbe da dire che rispetto a papà, Baroni arriva dopo una stagione migliore. Dieci giorni fa sono andato a trovare Sarri nella propria abitazione. Ho visto ancora un uomo ferito, dispiaciuto, che aveva in testa un progetto a lunga scadenza.

Il suo sogno era quello di finire la carriera alla Lazio, era molto dispiaciuto di non aver partecipato alla festa dell’Olimpico per i 50 anni dello scudetto. Poi è consapevole anche lui, che le responsabilità dell’ultima stagione vanno distribuite. Ci sono stati 4-5 giocatori che hanno fatto di tutto per convincerlo a trattenerlo, così come c’è stato chi non ha fatto nulla. Non mi ha detto di essersi pentito, parlando ho capito che c’era una nave in tempesta. Forse doveva aspettare che si placasse la situazione per poi guidare un nuovo progetto che per lui potesse essere giusto. La sua volontà era decisa, aveva capito di aver fatto il suo tempo e di non riuscire ad incidere sui calciatori. Inoltre aveva anche grandi problemi famigliari. Questo lo ha indotto a privilegiare l’attenzione verso i suoi cari…”.