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Ma esiste lo sciopero del tifoso?

Claudio Lotito
Con la conferma del caro biglietti anche per partite non di cartello la società lancia la nuova sfida ai suoi tifosi

La domanda è semplice, abbastanza scontata. Se sono i tifosi a reggere il baraccone del calcio, per quale motivo non si riesce a creare una simbiosi che faccia, in questo caso della Lazio, un corpo unico tra la sua gente e la società? E invece c’è sempre questa grande distanza, mi viene da dire fastidio, nel coinvolgerli in toto nel progetto biancoceleste. Lo stadio ha ricominciato a riempirsi, la squadra sta consegnando all’Olimpico una levatura italiana ed europea non troppo distante dagli standard delle grandi squadre.

E allora perché, nel momento in cui la benzina ha sforato i due euro al litro. Nel momento in cui i tassi d’interesse hanno raddoppiato i mutui, per andare a vedere una partita come Lazio Monza si chiede un ulteriore sacrificio alla gente laziale chiedendo 40 euro per acquistare un biglietto di curva? Per quale motivo la stessa gente laziale fa fatica ad ascoltare le voci dei protagonisti grazie ad un ufficio stampa inesistente? O per quale motivo uffici deputati a far si che il marchio Lazio prenda il sopravvento in Italia e in Europa, vengano “rinchiusi” in una stanzetta con le mura a prova di idee? Non basta la propaganda di una campagna acquisti che neanche sappiamo se funzionerà.

Il presidente ce la sta mettendo tutta per diventare un piccolo Berlusconi visto che sta cercando di ricalcare quelle che sono state tutte le sue idee. La politica, il calcio, l’impresa. Ma Siamo troppo lontani dal raggiungerlo. Adesso è arrivato il momento di trasmettere al tifoso della Lazio la sensazione che non sia un fastidio. Di incoraggiarlo a riempire lo stadio, di diventare un corpo granitico con la squadra, di coinvolgerlo in attività quotidiane extra calcistiche che ne alimentino il senso di appartenenza. La curva a 40 euro vuol dire avere lo stadio mezzo vuoto. Vuol dire non rispettare chi, non potendo acquistare un abbonamento, decida di andare a vedere una partita come Lazio Monza. Questa distanza, questo “chissenefrega”, non porta soluzioni ma solo avversità. Ma del resto sono 19 anni che è così…difficile cambiare.

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