La Lazio è pronta a ripartire da Marco Baroni, una scelta che ha sorpreso e generato malumori nella tifoseria biancoceleste. La società, dopo aver incassato le dimissioni di Sarri, prima, e di Tudor, poi, ha scelto di affidare la panchina al 60enne fiorentino tra lo scetticismo diffuso. Chi lo conosce bene è Alberto Malesani, che lo ha avuto come vice all'Hellas nella stagione 2002-2003. E, intervenuto alle colonne del Corriere dello Sport, ha voluto spazzare via ogni dubbio sulle qualità del nuovo tecnico biancoceleste.
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Malesani: “Baroni? Alla Lazio con merito. Tifosi fidatevi, è all’altezza”
Malesani, Baroni alla Lazio: è sorpreso?
“Finalmente è approdato in una grande squadra, quella che gli compete per la sua bravura”.
È sbagliato lo scetticismo sul suo conto?
“Molto sbagliato! Nel mondo del calcio non è facile emergere con un cammino come il suo, solo grazie ai risultati. In Serie B è stato il tecnico che ha ottenuto più punti negli ultimi 5-6 anni. Ha conquistato tante promozioni, ha meritato ogni traguardo. Per questo la sua soddisfazione ora è doppia”.
I tifosi della Lazio hanno espresso il proprio malcontento.
“Fidatevi, è uno all'altezza. Nel calcio non si vive di nomi, ma di risultati e di idee. Lui ne ha tante, ai tifosi dico di stare tranquilli e dargli tempo”.
Ci sono allenatori che hanno l'etichetta di poter guidare solo le "piccole".
“Una cosa che esiste da semepre. Ma se uno è uno bravo, lo è sia con i Pulcini, sia con una squadra che può vincere la Champions. Le etichette vengono messe ingiustamente: non c'è l'allenatore buono solo per la salvezza o uno solo per vincere. Le capacità, se reali, sono le stesse a qualsiasi livello”.
Qualcuno definisce Baroni uno "yes man", è così?
“Non è vero. Marco è merce rara, una persona intelligentissima. La prima qualità è quella umana, ci tengo a sottolinearlo. L'anno scorso ho tranquillizzato i tifosi del Verona, ora dico lo stesso a quelli della Lazio”.
Però i tifosi si fanno la domanda: perché nessuna top ha mai puntato su Baroni?
“Ci sono alcuni che hanno la possibilità di guidare una grande squadra a inizio carriera. Non fanno la gavetta. Magari cominciano a vincere e nessuno se lo ricorda. La scalata dal basso è più complicata, è il caso di Baroni. Ma così, ripeto, la gratificazione è doppia”.
Si aspettava la salvezza del Verona nell'ultima stagione?
“È uno dei più grandi miracoli calcistici degli ultimi 20 anni. Un capolavoro. Quello che Baroni è riuscito a fare nella scorsa stagione è qualcosa di irripetibile o quasi”.
Nel 2002-2003 è stato il suo vice, che rapporto c'era tra voi?
“Lui è "nato" con me in panchina. Ha cominciato facendomi da secondo, ho intuito subito il suo spessore. Parlo a livello tecnico, tattico e umano. Quando i tifosi laziali capiranno l'uomo che c'è dietro il grande allenatore, allora cadrà qualsiasi perplessità”.
Soltanto parole di stima, insomma.
“È completo, preparatissimo. A Verona l'ho visto motivato, è uno curioso, che ha tante idee. Conosce diversi sistemi di gioco e gli allenatori che va ad affrontare. E poi non dimentichiamoci una cosa: è stato un calciatore importante, è un aspetto che può contare in uno spogliatoio”.
Alla Lazio avrà più pressioni, riuscirà a gestirle?
“Marco ottimizza al massimo le risorse a disposizione. Certo, poi dipende dagli obiettivi e dal gruppo che gli daranno in mano. Nessuno fa miracoli. Bisogna vedere che mercato farà la Lazio, che squadra verrà allestita”.
Comunque la scelta di Lotito è stata molto criticata.
“Non mi sembra un presidente mangia-allenatori, anzi, più uno che ha tanta pazienza. Ha scelto sempre bene i propri tecnici, non è uno che esonera o cambia tanto per cambiare. Penso che gli darà tutto il tempo per fare bene”.
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