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Negro: “Lazio, giocatela a viso aperto. Il mio gol alla Dinamo Kiev…”

Paolo Negro
Le parole dell'ex calciatore e autore del primo gol in Champions dei biancocelesti allo stadio Olimpico in vista della gara di questa sera
Michele Cerrotta

In vista della partita di questa sera tra Lazio e Bayern Monaco, con il passaggio ai quarti di finale di Champions League in palio, la redazione de Il Cuoio ha intervistato Paolo Negro, grande ex biancoceleste e autore della prima rete nella massima competizione europea della storia della Lazio allo stadio Olimpico. Queste le sue parole. “La mia Lazio in Champions League ha fatto un percorso ottimo, ma se devo dirti la verità, doveva e poteva fare meglio. Era una squadra che aveva tutto per poter arrivare fino in fondo, ma ci siamo fermati ai quarti di finale. Sono il primo giocatore nella storia della Lazio ad aver segnato un gol in Champions League allo stadio Olimpico”.

Lazio-Dinamo Kiev, 22 settembre del 1999.

Una partita che non dimenticherò mai. Pareggiammo all'esordio sul campo del Bayer Leverkusen e contro la Dinamo Kiev ci fu il nostro esordio casalingo. Giocammo una gara molto intensa nel primo tempo e sfiorammo il gol più volte. Poi accadde l'incredibile”.

Passaste in svantaggio su un calcio di rigore inesistente.

Oggi giustamente tutti si lamentano per i torti arbitrali, ma quella fu una cosa clamorosa. Mai visto un rigore così: Sinisa Mihajlovic entrò nettamente sul pallone e l'arbitro gli fischiò contro un rigore assurdo. Magari avessimo avuto il Var ai nostri tempi…”.

Ma a distanza di quattro minuti dallo svantaggio, entra in scena Paolo Negro.

Feci anche un bel gol. Ricordo il primo cross di Veron, la ribattuta della difesa e poi Sinisa che arrivò e che mise in mezzo con il destro: io saltai più in alto del difensore della Dinamo e girai di testa. La palla si infilò proprio tra i guanti del portiere e il palo. Quel gol non me lo toglierà mai nessuno”.

Così come fu indimenticabile la sua esultanza...

Qualcuno la paragonò a quella di Tardelli ai Mondiali del 1982. Se mi chiedi cosa ho provato in quel momento, ti posso rispondere che basta guardare solo la mia espressione per capire. Quando realizzo che ho segnato, cambia totalmente la mia espressione nel volto”.

Quella Lazio arrivò fino ai quarti di finale della Champions League. Prima si rammaricava del fatto che si poteva fare meglio.

È il grande rammarico mio e di tutti i miei ex compagni. Quella squadra era stata costruita per vincere lo scudetto e arrivare fino in fondo in Champions League. Potevamo farcela. Purtroppo quel processo di crescita è stato interrotto con l'addio di Cragnotti. Ma non ho dubbi che, se fosse rimasto il presidente, ce l'avremmo fatta. Aveva costruito passo dopo passo quella squadra, capace di lasciare il segno”.

Cosa rappresentava per lei giocare la Champions League?

Il sogno che si realizzava. Ma la cosa più bella è che l'abbiamo giocata da protagonisti. Quando giravamo l’Europa, tutti sapevano che stava arrivando la Lazio. E ci rispettavano. Ci temevano. Avevamo una squadra fortissima”.

Oggi la Lazio è una squadra totalmente diversa, ma sarà chiamata a giocarsi gli ottavi di finale di ritorno sul campo del Bayern Monaco. La sfida di oggi può essere paragonata a una delle "vostre" gare europee?

Mi viene in mente Chelsea-Lazio allo Stamford Bridge. Anche in quel caso fu una grande impresa vincere in quello stadio. Non c'era riuscito nessun club italiano prima di noi”.

All'ultimo minuto di quella sfida ci fu un salvataggio clamoroso di Paolo Negro?

Fu una gran botta di c**0”.

In termini di fortuna?

No, no: la presi proprio con quella parte del corpo. Mi gettai su quel tiro scoccato all'ultimo secondo e la deviai con il fondoschiena sulla linea di porta. Battute a parte, quel salvataggio dimostra la grinta con la quale tutti abbiamo lottato fino all'ultimo secondo per portare a casa quel risultato storico”.

Che partita si aspetta dalla Lazio?

Il Bayern è fortissimo, ma non credo capiterà un'altra occasione in cui la Lazio potrà affrontarlo mentre vive queste difficoltà. Anche noi lo siamo, ma io me la andrei a giocare. Non mi difenderei troppo. Proverei a sfruttare gli spazi che i tedeschi ci concederanno”.

Parla da calciatore della Lazio?

No, da tifoso”.

E da tifoso, che pensa di questo momento della squadra di Sarri?

Un calo vistoso e poco spiegabile. Purtroppo se non segna Immobile, la squadra va in difficoltà”.

Il terzo anno di Sarri potrebbe essere paragonato al terzo di Zeman?

Qualcosa in comune potrebbe esserci. Io ho vissuto Zeman e posso dirti che dopo tre anni era dura. Il fisico non reggeva più alle sue richieste. Non so come e quanto lavora Sarri. lo però dopo tre anni, soprattutto in un momento nel quale le cose vanno male, proverei a cambiare qualcosa rispetto allo spartito classico”.

Qualcuno rimprovera all'allenatore di non coinvolgere tutti allo stesso modo. Come faceva Eriksson…

Quella era la sua grande forza. In uno spogliatoio di prime donne ha saputo ottenere il massimo da tutti. Anche chi andava in panchina, l'accettava, perché sapeva che la volta dopo sarebbe sceso in campo”.

Sarri potrebbe fare lo stesso?

Sì, ma la situazione non è paragonabile. Con tutto il rispetto per la Lazio di oggi, Eriksson doveva scegliere tra Nedved e Conceicao, tra Mancini e Veron, tra Simeone e Stankovic. Oggi non credo che Sarri abbia questa possibilità”.

Eppure quella Lazio crollò a Valencia. A distanza di anni, si è spiegato cosa è successo?

La verità? Non lo so. Quel giorno correvano da tutte le parti, erano indemoniati. Poi noi facemmo anche il gol del 4-2 all'88' e prendemmo il quinto nel recupero”.

Da Claudio Lopez, che era già stato acquistato dalla Lazio per la stagione successiva.

Quante volte gliel'ho rinfacciato. Anche quel giorno in campo (ride, ndr). Ma Claudio era un gran giocatore e un professionista. Ha fatto il suo dovere. Speriamo lo faccia anche la Lazio stasera”.

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