È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei, Angelo Gregucci, uno degli eroi della squadra dei -9, la cui ricorrenza cadeva proprio ieri. E allora quale migliore occasione per ricordare quella giornata? Poi, anche un pensiero su Lazzari e sugli Azzurri. Qui, invece, un parere su Sarri e sul passaggio di Calhanoglu all’Inter. Di seguito tutte le dichiarazioni.
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QDL – Gregucci: “Lazio-Vicenza? Giocavamo per la storia della Lazio”
Le parole di Angelo Gregucci per Quelli della Libertà, in onda ogni sera dalle 18:30 alle 20:00 su Cittaceleste TV e Radiosei
La partita con il Vicenza
“Mi ricordo bene quel giorno, in quel momento mancava poco alla fine. Ci siamo riversati nella meta campo avversaria, c’era un portiere, non titolare, che quella domenica si è inventato di far qualsiasi cosa per parare tutti i palloni. Mancava pochissimo e per generosità ci siamo buttati anche noi difensori in avanti. Quando il nostro compianto bomber l’ha buttata dentro, i decibel del boato del pubblico sono stati assurdi. Non ricordo boati simili e di partite ne ho fatte parecchie.
Quel boato sommava più emozioni: la gioia, la liberazione. Anche se i sette minuti finali non finivano mai: non c’era il cartellone per segnalare il recupero. Noi guardavamo sempre l’arbitro per capire quando avrebbe fischiato. Al fischio finale ricordo Mario Ielpo, che sicuramente aveva l’orecchio alla radio, con una faccia che non era quella della liberazione totale. C’era ancora da soffrire. Io non so neanche quale verbo declinare sui sentimenti del momento. Il tormentone era ‘Stiamo giocando la storia della Lazio, se perdiamo la Lazio scompare’”.
Su Lazzari
“Bisogna sdoganare il pensiero sui ruoli e capire piuttosto le funzioni in campo. Io sono tra quelli che pensa che Lazzari possa fare tutta la fascia a prescindere dal ruolo. Anzi, lo può fare con la pipa in bocca. In ampiezza campo prende la profondità grazie alla sua velocità. Dovrebbe forse migliorare qualche chiusura, ma lo può fare benissimo. Deve anche forse migliorare un po’ di scelte negli ultimi venti-venticinque metri. Può diventare devastante, un fattore importante in campo”.
Sull’Italia
“Penso che gli italiani si siano riappropriati della loro nazionale grazie all’entusiasmo portato dallo staff tecnico. Venivamo da un periodo difficile, c’era da rifondare tutto. Mancini deve avere tutti i meriti: nel rifondare è stato un fenomeno. Ha avuto coraggio a convocare i giovani. Mancini ci mette dieci minuti a capire com’è un giocatore, ho lavorato spesso con lui come secondo. Nel rinnovamento che ha iniziato c’è stata anche la rincorsa sul ranking, l’Italia era precipitata. Però nessuno deve parlare di risultati straordinari: anche Mancini ha riconosciuto la differenza con il record di Pozzo. A oggi c’è la sensazione di potersela giocare con le nazionali più importanti. Qualche cosa sta cambiando in Italia. Non ci sono più i blocchi di poche squadre, c’è un bel gruppo”.
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