“Mai più un atteggiamento simile. Non andiamo da nessuna parte con questa presunzione e superficialità”. Con queste parole, riportate questa mattina da Il Messaggero, Maurizio Sarri ha strigliato la sua Lazio negli spogliatoi dopo la disfatta di Grassau. Troppo brutta la squadra vista contro il Genoa per essere vera, soprattutto a meno di tre settimane dalla partenza del campionato. Un dovere, quello del mister, strigliare la sua squadra dopo aver preso quattro reti da una squadra retrocessa in Serie B lo scorso anno. Eppure, c’è anche altro da considerare, qualcosa a cui aggrapparsi per non creare allarmismi precoci e pericolosi.
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Sarri striglia la nuova, vecchia Lazio: “Mai più un atteggiamento simile”
Fine luglio non è un periodo amico dei calciatori. Le gambe sono appesantite dalla preparazione estiva e, in questo caso specifico, anche dallo stop di due giorni dopo Auronzo. Due brevi sedute di allenamento a Formello, un volo internazionale e una rifinitura. Troppo poco per riuscire a rientrare del tutto a regime, normale un calo dal punto di vista fisico. A non andar bene, però, è altro. È il calo mentale della squadra. La Lazio vista contro il Genoa non è mai scesa in campo, fatta eccezione per il solito generosissimo Ciro Immobile. Suo il gol della bandiera, che aveva illuso pareggiando la prima rete di Coda. E sua, da capitano, anche la prima strigliata ai compagni, dopo il primo tempo tra spogliatoi e panchina.
Si aspetta di più Immobile, così come anche Sarri e i tifosi. Un periodo di rodaggio servirà alla difesa, cambiata quasi in tutti gli interpreti. Passi falsi saranno ammessi e prevedibili, amnesie no: cambiano gli interpreti, ma rimane la solita vecchia Lazio vittima di cali di concentrazione. Questo sarà il primo aspetto da cancellare per poter puntare ai traguardi che tutti, durante il ritiro di Auronzo di Cadore, hanno puntato a chiara voce o tra le righe.
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