Gioco, tiri, gol e ancora qualche disattenzione di troppo. Difetti da limare col tempo, ma la Lazio ha accontentato la richiesta a gran voce di Tudor durante la rifinitura: “Attacchiamo tutti insieme e tutti insieme difendiamo” urlava ieri il tecnico alla squadra. Diktat recepito a pieno dai biancocelesti, che trovano il secondo successo sotto la guida dell’allenatore croato. Dopo tre gare proibitive cala il livello dell’avversario e si vede finalmente per ampie parti di gara lo stile di gioco chiesto da Tudor. È una buona Lazio quella che all’Olimpico batte la Salernitana, ma una prestazione non basta a farsi un’idea di quello che sarà il futuro. Troppo complesse le prime tre gare, forse non abbastanza questa quarta per dare un giudizio definitivo. Però, nella bufera della contestazione preannunciata e portata avanti contro società e giocatori, la Lazio trova una buona prestazione, che lascia ben sperare per il futuro.
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Primi sprazzi della Lazio di Tudor: poker incoraggiante alla Salernitana
Devastante l’impatto di Felipe Anderson sulla trequarti, dove Tudor può finalmente riportarlo grazie al ritorno in squadra di Lazzari. E il brasiliano, ispirato, insieme ai compagni colpisce subito nei primi minuti: uno-due apparentemente letale nel primo quarto d’ora, prima col numero 7 e poi con Vecino, più rapido addirittura di Zufferli che stava per fischiare un netto rigore. La Salernitana però trova subito il gol che riapre la gara con Tchaouna e prova a tenere viva una partita che la Lazio è brava, pur tra qualche rischio, a non perdere di mano. Decisiva la rete a dieci minuti dalla fine del primo tempo di Felipe Anderson, che arriva dopo una bella azione in un fazzoletto di campo tra Castellanos e Luis Alberto. Nel secondo tempo c’è spazio anche per altre occasioni colossali: prima ne divora una ancora Felipe Anderson, poi è miracoloso Costil a salvare su Luis Alberto.
Nella girandola di cambi di un secondo tempo in cui le squadre sembrano aver accettato il risultato, c’è spazio anche per qualche esperimento. Tudor mette Felipe Anderson punta e Hysaj braccetto di sinistra, alzando Kamada sulla trequarti e inserendo Isaksen a tutta fascia a destra. E proprio il danese trova il poker che mette in ghiaccio la gara: Rovella entra e recupera un pallone decisivo, la sfera arriva a Isaksen che dal limite incrocia benissimo sul secondo e trova la gioia personale pochi istanti dopo il suo ingresso, sfiorando addirittura il raddoppio nel recupero su un’uscita avventata di Costil. Zufferli fischia la fine, la Nord porta avanti la contestazione. Ma oggi contano i tre punti e i primi, incoraggianti segnali della vera Lazio di Tudor.
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