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Tare: “La Lazio rimarrà sempre una società speciale. Su Inzaghi e Klose…”

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Le dichiarazioni dell'ex Direttore Sportivo della Lazio Igli Tare dall'addio al club biancoceleste, passando per Klose, Immobile e Inzaghi
Stefania Palminteri Redattore 

Una lunga intervista concessa ai microfoni di Kicker da parte di Igli Tare, ex Direttore Sportivo della Lazio. Diversi i temi toccati dall'ex dirigente biancoceleste, dall'addio alla società passando anche per Simone Inzaghi Immobile.

Queste le sue parole: "Non sono andato via dalla Lazio per problemi con il presidente Lotito. Lo avevo già annunciato in società con più di una stagione di anticipo, avevo bisogno di una pausa. A livello personale è stato importante lasciarla da seconda in classifica e qualificata in Champions League. Per me resterà sempre una società speciale. Se il progetto è giusto io sono motivato a lavorare dappertutto: è importante raggiungere obiettivi in modo economicamente sostenibile. Acquistare giocatori a prezzi bassi per poi rivenderli dopo un po’ a prezzi più alti è stata la forza della Lazio negli ultimi anni. Durante la mia permanenza, 49 giocatori in totale hanno fatto il salto dalle giovanili alla prima squadra".

Su Inzaghi Klose: "Simone è un modello. Ha trascorso undici anni da calciatore alla Lazio, poi ha lavorato come allenatore nel settore giovanile per sette anni. Klose, invece, è stato uno dei giocatori più intelligenti che abbia mai visto in campo. Da allenatore (o qualsiasi altro ruolo) saprà trasmettere i giusti valori". Sullo scouting alla Lazio: "E' vero, non ne avevamo. Ma io ero in costante movimento. tutto passava attraverso i miei contatti in giro per il mondo".

Un pensiero anche sul capitano biancoceleste Ciro Immobile, in particolare sul suo trascorso in Germania: "Ciro è arrivato al Borussia come capocannoniere della Serie A. Il suo "fallimento" in Germania è stato mentale, non sportivo. E' più facile per un giocatore tedesco abituarsi all'Italia che il contrario, sia per clima che per la vita in generale".

Infine, uno sguardo al futuro: "Per me è importante lavorare in un ambiente familiare. Alla Lazio mi sentivo così. Si tratta di un misto di tranquillità e disciplina: si piange e si ride tutti insieme, come succedeva alla Lazio".

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