Breve ed amara. Così è stata la partecipazione della Lazio alla Supercoppa Italiana. I biancocelesti dicono addio alla competizione che, per la prima volta, si disputa con un format tutto nuovo. Si ferma alla prima gara l’avventura dei biancocelesti nel minitorneo di Riyad: l’Inter ha fatto l’Inter e non ha lasciato scampo ad una Lazio che non ha fatto la Lazio. Mai in campo, mai tirato in porta, mai convinti d’essere degni di stare lì. E quindi, si torna in Italia. Un po’ con la coda tra le gambe ed un po’ con la voglia di rimettersi a lavoro. Sarri sul campo, Fabiani sul mercato. Ad ognuno il suo.
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Un campionato (ancora) importante: ci vuole calma e sangue freddo
Lazio, calma, sangue freddo
—Il monito ora, che ricalca un vecchio singolo della musica italiana, è calma e sangue freddo. Maurizio Sarri, infatti, dovrà lavorare affinché i suoi uomini non si sgretolino come neve al sole. Che è verosimile: la Lazio è una squadra umorale che ha, sovente, palesato una certa fragilità psicologica. Bisogna tenere dritta la barra, lavorare sodo, convincersi che quella di Riyad sia stata una parentesi utile al percorso. C’è la classifica a diffondere coraggio e motivazioni: il quarto posto, valevole per la qualificazione in Champions League, dista un solo punto.What else?
Calendario difficile
—Non sarà facile. La concorrenza è spietata ed il calendario, dopo un mese agevole, torna difficile: il Napoli prima e l’Atalanta – a Bergamo – poi. Questo prima della trasferta di Cagliari e del match contro il Bologna – concorrente per l’Europa a tutti gli effetti – intervallata dalla suggestiva gara contro il Bayern Monaco. Insomma, il cammino della Lazio si fa complicato. Questo non contraddice ma rende ancora più attuale il monito di cui sopra: Lazio, calma, sangue freddo. Che la stagione può rivelarsi (ancora) grande.
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