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Vieri: “Ecco perché me ne andai dalla Lazio. Non rimpiango la scelta”

Bobo Vieri

L'ex attaccante biancoceleste rivela un retroscena dietro la sua scelta di trasferirsi in nerazzurro nell'estate che portò poi lo Scudetto

redazionecittaceleste

Una carriera fatta di tante gratificazioni a livello individuali ma di meno successi a livello di squadra rispetto a quanti forse ne avrebbe meritati. Soprattutto perché, Bobo Vieri, era e rimane uno degli attaccanti più forti della sua generazione. Una carriera da giramondo, la sua, segnata dall’inizio in Australia e poi un lungo girovagare in Italia condito da due esperienze all’estero, all’Atletico Madrid e al Monaco. In tutto ciò, proprio dopo l’anno in Spagna, anche una stagione con la maglia della Lazio. Che ha regalato a Vieri solo ventotto presenze e quattordici reti in tutte le competizioni, ma anche due trofei e uno Scudetto solo sfiorato.

Bobo Vieri

L’anno in biancoceleste

Arrivato sul gong dell’estate 1998 alla Lazio dall’Atletico Madrid per 55 milioni di lire, l'attaccante è stato tenuto fuori da un infortunio al ginocchio per la prima parte della stagione. Poi, a gennaio 1999 l’inizio concreto della sua avventura, culminata nella notte di Birmingham del 19 maggio. Fu Vieri a segnare il primo dei due goal quella notte, nella sfida terminata 2-1 contro il Maiorca. E, ancora oggi, ricorda quella serata e quella finale di Coppa delle Coppe - l’ultima della storia della competizione - come una delle più belle della sua vita. Poi, nel giugno 1999, la cessione ai nerazzurri per una cifra complessiva di oltre 90 miliardi di lire. 

La scelta di Vieri

E, proprio in merito al suo passaggio in nerazzurro, è intervenuto Bobo Vieri ieri sera durante la sua trasmissione su Twitch, Bobo TV, per spiegare i retroscena dietro la sua scelta. Queste le sue parole. “Decisi di andarmene da Roma perché il mio sogno era quello di giocare insieme a Ronaldo. Per questo non rimpiango la scelta di aver lasciato i biancocelesti, nonostante quella sia stata poi la stagione dello Scudetto della Lazio. È stato lui, il giocatore più forte tecnicamente con cui abbia mai giocato, la ragione della mia scelta all’epoca”.