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ESCLUSIVA – De Mita: “Aspettiamo il 6 ottobre per giudicare. Lazio? Seconda solo ai bianconeri…”

I microfoni di Cittaceleste.it hanno raggiunto telefonicamente Giuseppe De Mita, ex responsabile della comunicazione biancoceleste che ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato

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ROMA - I microfoni di Cittaceleste.it hanno raggiunto telefonicamente Giuseppe De Mita, ex responsabile della comunicazione biancoceleste che ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato. Insieme all'ex Capo ufficio Stampa della Lazio snoccioliamo tanti argomenti: dal campionato al mercato, senza tralasciare i ricordi e la Lazio di Mancini...

Come la vede questa squadra anche in relazione al mercato delle altre big?

"Bisogna sempre tener conto da dove si parte. La base di partenza della Lazio è buona. Bisogna guardare quanto fatto lo scorso anno e cercare di fare meglio. Quella squadra lì non è stata smantellata, questo è sicuramente un fattore positivo. La squadra va rafforzata, perché quest’anno c’è la Champions. In campo internazionale la Lazio non ha mai fatto bene per questo bisogna crescere sotto quell'aspetto.  Va aumentata di quantità e qualità. Sono abituato a fare quel mestiere e so che un buon mercato richiede tempo. Io sono fiducioso. 

Vede la Lazio alla pari delle altre?

"Le altre si sono rinforzate. Ma penso che solo la Juventus sia fuori contesto: ha un’abitudine alla vittoria più di tutte. L’Inter i è rinforzata moltissimo, ma la Lazio è più forte sul concetto di squadra. Grande merito da dare all’allenatore. Sopperisce ad alcune assenze con il gioco di squadra. Sono fiducioso che la Lazio possa superare quel gap con la squadra. Per me è seconda alla Juventus. Ma c’è il Covid, ci sono 3 partite, campionato stressante. Occorre la rosa lunga. 

Punti di forza...

"Nessuno dei big è partito: direi che questa è la notizia migliore. Per me è un grandissimo segnale. In primis per i giocatori. Partendo da una base così importante, non bisogna sedersi. Alcuni acquisti sono fatti. 

Cosa ne pensa dei nuovi acquisti?

"Fares mi piace dal punto di vista tecnico e mi tranquillizza sapere che lo abbia voluto Inzaghi. Ho perplessità sul suo stato fisico perché un ragazzo soggetto a infortuni. Non è l’acquisto che tutti si aspettavano, però è sicuramente un buon elemento. Reina è un giocatore di grandissima esperienza. E’ un ottimo giocatore che può fare il secondo, ma anche il titolare.

Cosa manca a questa squadra?

"Acerbi, Leiva, Milinkovic, Immobile sono la spina dorsale. Cercare le sostituzioni alla stregua di questi giocatori. La difesa va rinforzata sia dal punto di vista numerico, sia dal punto di vista della qualità. Molti giocatori vengono fuori tardi. Spero che facciano il colpo in difesa. Io non sono disperato perché so che arriverà qualche altro giocatore. E’ una situazione particolare per tutti. Diamogli tempo, io giudicherei il 6 ottobre. 

Quanto ha condizionato e quanto condizionerà l'assenza di pubblico?

"Bisogna fare i conti anche con l’assenza del pubblico. Il calcio è uno sport che gioca sul cuore dei tifosi oltre al fatto che, a livello economico, è un indotto pazzesco. E' una svista dei dirigenti di calcio non alimentare questo amore. L’ho capito quando mi sono un po’ allontanato dal calcio. Roma è la forza dei tifosi di entrambe le squadra: i tifosi e il loro modo di tifare, le radio e le tv romane. La gente è un vantaggio, non è uno svantaggio. Bisogna riportare i bambini e le donne agli stadi. Oggi bisogna attenersi alle Istituzioni che disciplinano la sicurezza, al governo e alle loro decisioni. Ma spero che presto, una volta che tutto questo sarà finito, tutte si adoperino per un progetto a lungo termine: dalla viabilità, al prezzo dei biglietti per gli stadi e tante altre iniziative che permettano che lo stadio sia pieno. Me lo auguro soprattutto per la Lazio e i suoi tifosi. 

Il ricordo più bello che la lega alla Lazio...

"Io ne ho tantissimi di ricordi. Ho vissuto gli anni più belli. Io ho in mente un momento in cui era da poco arrivato Mancini. Abbiamo percepito che qualcosa stava cambiando. Ci ha fatto fare un salto di qualità e non solo dal punto di vista del gioco.  Lui mi disse “guarda che le cose sono cambiate”, ma io non ero convinto. Dopo il derby mi disse contro la Roma, dove segnò e festeggiò sotto la Sud mi guardò e mi disse “si vince”. E così fu. Da allora abbiamo solo vinto e alzato trofei. Quei momenti non li dimenticherò mai...