ROMA - Tutto è andato come doveva andare, o quasi. Sì perché se era lecito e quanto mai scontato aspettarsi una sconfitta del Celtic in Romania contro il Cluji (2-0), nessuno poteva immaginarsi che la Lazio sarebbe andata a Rennes da vittima sacrificale. I biancocelesti, con 4 titolarissimi in campo, non hanno mai dato la sensazione di credere alla qualificazione, sono apparsi svogliati e preoccupati soltanto di non farsi male per non compromettere la corsa in campionato. Si può dire che i capitolini siano usciti dall'Europa League a testa alta? Decisamente no, sia perché la sola occasione creata in 90' è stato un colpo di testa sbilenco di Acerbi, sia perché 4 sconfitte su 6 partite disputate in un girone non irresistibile sono un insulto ai 185 tifosi presenti in Francia. La competizione era stata compromessa già nelle prime 4 uscite, non si pretendeva un'impresa stile Atalanta, ma almeno di salvare la faccia. I responsi sono stati implacabili, le seconde linee lotterebbero per non retrocedere in Serie A o, più probabilmente, stazionerebbero a metà classifica in serie B. Inzaghi ha provato a far credere di volerci provare, inserendo sia Luis Alberto che Immobile dal primo minuto, pesci fuor d'acqua in una formazione sconclusionata e sovrastata dai francesi in ogni reparto. Male Acerbi, Vavro a tratti scandaloso, Jony spaesato, il match di ieri sera ha messo in luce tutta l'inadeguatezza di una rosa che potrà rimanere terza solo se il fato preserverà in salute i big. C'è da pregare, sia il destino benevolo, sia il presidente Lotito che fa orecchie da mercante e non vuole intervenire sul mercato. L'essere usciti dall'Europa League sarà un ulteriore alibi per non fare assolutamente nulla nel mercato di gennaio. Così, però, non si cresce. Così si scommette e si spera, ma si scommette senza criterio affidandosi a pochi santini come Immobile, Corea, Milinkovic e Luis Alberto.
notizie lazio
Lazio, basta scommettere senza criterio
I biancocelesti forniscono una prestazione pessima in Francia e dimostrano quanto la rosa sia inadeguata per affrontare più competizioni
© RIPRODUZIONE RISERVATA