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Lazio, Caicedo: “Qui ho trovato la serenità, e su Inzaghi…”

Felipe Caicedo si è raccontato ai microfoni ufficiali della Lazio. Il Panterone ha parlato del suo presente ma anche delle sue origini

redazionecittaceleste

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ROMA - In casa Lazio l'uomo del momento è ancora una volta Felipe Caicedo. Il centravanti ecuadoriano alla fine si è conquistato il club e i suoi tifosi a suon di goal. Ieri sera il Panterone è tornato ai microfoni ufficiali del club per parlare di questo suo straordinario fiuto del goal negli ultimi minuti: "Adesso sono più consapevole dei miei goal da infarti, ci ho sempre creduto. Il lavoro e i sacrifici pagano. Mi sento completo, non desidero nulla di più".

Felipe Caicedo

GLI INIZI - Nel corso della chiacchierata il numero venti biancoceleste ha parlato anche sei suoi primi calci al pallone nel mondo del professionismo: "Quando ero al Boca Juniors mi acquistò il Basilea. Da lì, in un clima totalmente diverso dall'Ecuador, è iniziata la mia carriera in Europa. Ora sono alla Lazio, desideravo giocare in Italia e in una squadra così forte. Quindi mi sento amato e vivo. In Ecuador non è stato semplice, anche se i miei giocatori non mi hanno fatto mancare nulla. Sono stato fortunato a scappare presto da lì. Ho girato tante squadra ma qui ho trovato la serenità".

IL GRUPPO - Per quanto riguarda il mister e il resto del gruppo Caicedo ha detto: "Ammiro il mister, con me è sempre stato chiaro. E' un uomo d'oro e nelle sue parole non c'è malizia. Il merito è suo se adesso siamo dove siamo. La gestione del gruppo è una delle sue migliori qualità. Immobile e Cataldi? Ciro è il nostro leader e la nostra bandiera, non ho mai visto uno con la sua fame. Anche da Danilo ho imparato molto. Spesso siamo in panchina insieme e abbiamo modo di chiacchierare. Mia moglie? Mi ha cambiato la mentalità, prima di conoscerla ero esplosivo. Mi completa, è merito suo se sono così. Sono orgoglioso del mio cammino, ho vissuto alcuni momenti brutti ed altri esaltanti. Il mio primo anno è stato complicato ma ho superato le difficoltà. Ho vinto 3 finali su 4, ricordo la partita contro l'Atalanta (in Coppa Italia, ndr) feci l'assist a Correa più brutto della mia vita. Contro la Juventus mi ha ricambiato il favore. Giocare all'Olimpico mi emoziona. Le coreografie della curva sono spettacolari".