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Lazio, Mussolini junior: “Giudicatemi sul calcio, non sul cognome”

redazionecittaceleste

Queste le parole di Romano, terzino della Primavera biancoceleste, dopo il grande scalpore

ROMA - Il giorno dopo la eco è stata enorme. Mussolini alla Lazio è rimbalzato ovunque. Romano però è abituato al clamore mediatico. Nonostante abbia solo 18 anni è già grande. Contattato direttamente dimostra grande maturità: «Problemi per l'articolo su Il Messaggero? No, nessuno», risponde serenamente. Così come la mamma Alessandra: «Per noi non c'è stato nessun problema. L'articolo riportava solo fedelmente la verità. Però le ripeto che io sulle cose di mio figlio non voglio entrare». D'altronde è la normale logica di tutte le mamme alle prese con figli 18enni e per giunta calciatori. Il cognome è ingombrante ma lui tiene a chiarire una cosa: «Alla Lazio vengo giudicato solo per come so giocare e non perché di cognome faccio Mussolini». Che poi a dirla tutta il cognome del padre è Floriani ma lui, come testimoniano le distinte di gara, ha deciso di utilizzarli entrambi. In Italia è possibile da di versi anni. La proposta di legge risale addirittura a 40 anni fa. Dicevamo del peso di essere il pronipote del Duce.

Alla Lazio ha trovato un ambiente severo ma giusto. Tutti lo hanno sempre giudicato come Romano (così lo chiamano da sempre i compagni e l'allenatore). E lo testimoniano i due anni in cui non riusciva a trovare spazio. Così come la parentesi di sei mesi in cui venne dato in prestito a gennaio 2018 alla Vigor Perconti. Ha lavorato sodo e ora sta raccogliendo i frutti di quel lavoro. Lo scorso anno titolare nell'Under 17 (14 presenze e un gol, quello del 4-0 nella cinquina rifilata al Pisa), poi il salto nell'Under 18 e le due convocazioni nella Primavera di Menichini: la prima il 23 gennaio, in occasione della sconfitta contro il Milan, la seconda sabato scorso nel ko con la Juventus. Dove, va sottolineato, è rimasto in panchina. Un premio al suo lavoro e un primo assaggio di quello che potrebbe essere. «Spero prima o poi di fare anche l'esordio» ci confida.

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