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—di Giulia Benedetti
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di Giulia Benedetti
ROMA - Il presidente della Lazio Claudio Lotito è intervenuto ai microfoni del TG3. Nel corso di questa intervista il numero uno biancoceleste ha parlato dell'eventuale ripresa del campionato e non solo:
Si aspetta solo il sì del Governo, tutti decisi a ripartire
«Non vorrei entrare in questi termini, l’argomento in questo momento è in discussione a livello governativo e istituzionale-sportivo, non vorrei esprimere pareri che potrebbero orientare in modo sbagliato l’opinione pubblica. Il calcio ha una grandissima valenza sociale e la nostra storia, la storia dei romani, è fatta di panem et circenses, è un motivo per riflettere sulle scelte da fare».
La Lazio è pronta
«La Lazio non si è preparata, ha rispettato in modo pedissequo il ruolo del governo. Questo mi duole, nel momento in cui eravamo in una condizione particolare, fisica, mentale e di gruppo, siamo stati interrotti. Ciò, purtroppo, ci ha portato ad un decadimento di carattere fisico, atletico e chiamiamolo anche di concentrazione. Mi auguro che i giocatori siano consapevoli di essere un grande gruppo e una grande squadra e che, laddove si dovesse ripartire, penso sia indispensabile farlo, ritrovino la stessa situazione di unione, determinazione e volontà per raggiungere determinati obiettivi».
E’ una sua battaglia
«Qui non si tratta di una mia battaglia, si tratta di essere consapevoli di quali sono i rischi reali e di essere a conoscenza della situazione. Molti parlano senza avere cognizione di causa, non conoscono la situazione reale. Il calcio, in Italia, è una grande industria, garantisce 1 miliardo e duecento milioni di gettito all’erario. Se saltasse il meccanismo immaginate solo la mutualità che il calcio riverbera anche negli altri sport. Considerate che il Coni ha 460 milioni di finanziamento e il calcio produce oltre 1,2, 1,3 miliardi di ricavi. Questo dimostra la dimensione, l’importanza che deve essere data in termini di attenzione, di sensibilità e di rispetto per coloro che oggi rappresentano una delle prime industrie italiane».
So.Spe
«Siamo sempre stato vicini all So.Spe. di suor Paola, al di là del fatto che è laziale è una persona eccezionale, sempre vicina alle persone meno abbienti. Ho ritenuto doveroso affiancarli, fare di tutto e di più per portare un sorriso alle persone più provate in questo momento. Chi lavorava a giornata ha avuto maggiori problemi, si sono riverberati sulla famiglia, sulla mancanza di beni essenziali, alimentari. E’ stata un’niziativa lodevole, dimostra senso di umanità e di forte spirito di solidarietà».
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