Notizie Lazio – Eriksson e Pancaro in coro: “La nostra Lazio era la più forte”
Notizie Lazio - Parla Eriksson
Oggi è il ventesimo anniversario dello scudetto della Lazio del 2000. A Sky Sport hanno parlato Sven Goran Eriksson e Giuseppe Pancaro
redazionecittaceleste
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Oggi è il ventesimo anniversario dello scudetto della Lazio del 2000. A Sky Sport hanno parlato Sven Goran Eriksson e Giuseppe Pancaro rispettivamente allenatore e giocatore di quella squadra. Ecco le loro principali parole, a partire da quelle del mister:
"Fu una grande emozione, il giusto coronamento di una stagione incredibile che sembrava sfuggirci. Vincere in Italia non è mai facile, meritavamo di farlo almeno da un paio d'anni. Quella Lazio è stata la squadra più forte che abbia mai allenato nella mia carriera. Ognuno aveva sensazioni diverse durante l'attesa, mentre si giocava Perugia-Juventus. Io camminavo, non riuscivo a stare fermo. Ero nervoso. In quel momento non puoi far nulla, solo aspettare. Tutti erano grandi campioni e professionisti. Erano già forti al mio arrivo nel 1997, poi anno dopo anno lo furono sempre di più. La squadra era fortissima, ma durante gli anni qualche problema c'è stato. Potevamo anche non essere d'accordo, ma durante la partita eravamo davvero tutti per uno, uno per tutti. Mi fa piacere per Mihajlovic e Mancini, sono diventati due grandi allenatori. Ma anche Simeone e Inzaghi: sono orgoglioso se hanno preso un pochino da me. Inzaghi è una gran bella sorpresa, non pensavo potesse diventare un allenatore. Era giovane e allegro. La Lazio di venti anni fa era molto più forte di quella di oggi, ma questa qui ha un grande collettivo. L'addio? Fu la scelta migliore per la Lazio, sentivo che la squadra non era più la stessa".
Queste le dichiarazioni di Pancaro:
"Ho la consapevolezza di esser stato fortunato, che emozioni giocare nella Lazio. Lo avvertii sin dal primo giorno, e dal mio debutto contro il Napoli nel 1997. Biondi per festeggiare lo scudetto? Non era programmato, ma per molti era il primo successo importante. Faceva capire il nostro stato d'animo. La partita chiave fu quella contro l'Inter quando rimontammo due gol, di cui uno mio. Eriksson fece sentire tutti importante, è lui l'artefice della vittoria. Non ci fu nessuno della rosa che non diede il suo contributo alla vittoria del titolo".