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Spadafora: “13 giugno data di auspicio. Possibile revisione protocollo su quarantena”

Notizie Lazio - Parla Spadafora

Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito ad una possibile ripartenza del campionato

redazionecittaceleste

ROMA - Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, tra ieri sera e stamattina in dirette Facebook (quella di ieri al portale CasaNapoli.Net) ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito ad una possibile ripartenza del campionato. Ecco le sue principali parole:

"Stiamo lavorando in modo che il campionato una volta ripartito possa anche concludersi. La prudenza avuta in queste settimane è stata interpretata male. Sappiamo, o meglio, speriamo che da lunedì ripartono gli allenamenti di squadra. Il Governo ha dato il via libera, la decisione su cosa fare spetta alla Lega e ai singoli club. Ripresa campionato 13 giugno? Su quello c'è da vedere la curva dei contagi dopo la vera riapertura del 18 maggio. Se i numeri resteranno in calo, il mio auspicio è che il 13 giugno sia davvero la data per ripartire con il campionato. Ma non può essere una data certa oggi".

CRITICHE - "Quando ho risposto in maniera dura al mondo del calcio è perché in molti, dai semplici tifosi ai vari presidenti e calciatori, pretendevano una data certa per ripartire. Non oggi, che sarebbe legittimo, ma tre-quattro settimane fa quando avevamo gli ospedali pieni e la situazione era ancora al picco. Mi è sembrato inopportuno dire che il campionato doveva andare per forza avanti. Sono state rinviate le Olimpiadi, tanto per fare un esempio. Ora se ci sono le condizioni, bisogna riprendere, ma nella massima sicurezza. Se i dati ci conforteranno riprenderà il campionato di calcio e quello delle altre discipline. Inviterei a non fare troppo i fenomeni, ne vedo tanti sui social. Ricevo critiche aspre, insulti da tutti ma mi sembra ridicolo. Non stiamo facendo caos, ma solo prudenza. Siamo diventati tutti virologi, scienziati e politici. Mi dicono che non sono adatto per fare il Ministro dello Sport perché non vengo da questo mondo ma non è vincolante essere uno sportivo. Le posizioni diverse sono anche all'interno dello stesso mondo del calcio, alcuni ci dicono di prenderci la responsabilità di bloccare tutto".

PROTOCOLLO - "Il protocollo che la stessa FIGC ci aveva proposto, era stato accettato dalla Federazione. Poi il dietrofront, questo significa che tra FIGC e Lega non c'è uniformità. Il CTS ha dato le sue dritte. L'isolamento con i ritiri è un'idea di Dal Pino e Gravina, ora non va più bene. Sulla responsabilità penale dei medici l'Inail ha già chiarito bene: ricade solo se c'è dolo e non attuazione dei protocolli. Il vero tema e problema è quello della quarantena obbligatoria di 14 giorni per tutta la squadra, questo mi sembra al momento l'ostacolo più grande. Restare fermi per 14 giorni è difficile per una squadra. Nei prossimi giorni ne potremo riparlare, ma sempre in base alla curva dei contagi".

EUROPA - "Devo confermare a malincuore che non c'è uniformità con gli altri Paesi d'Europa. Mi sono confrontato con il Ministro francese ma non c'è una linea comune. Si parla tanto del protocollo tedesco, ma anche lì c'è confusione. La squadra della serie B che ha avuto alcuni contagi è stata posta tutta in quarantena per 14 giorni. E l'isolamento del singolo caso di cui tanto si parla? Nessuno ha la certezza di come si possa ripartire nel modo migliore. Inviterei un po' tutti a fare meno i fenomeni. Ricevo messaggi sui social dai calciatori che esprimono preoccupazioni. Siamo tutti di fronte ad una situazione nuova, che va affrontata con prudenza. Non è incoerenza, ma se ripartiremo ci sarà uniformità per concludere la stagione".