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Lazio, Tare: “Bisogna finire la stagione. E sullo Scudetto…”

Lazio: DS igli Tare

Il direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport per parlare della situazione legata al campionato

redazionecittaceleste

ROMA - In questa periodo di stop al campionato per via del Coronavirus, il direttore sportivo della Lazio Igli Tare, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport per esprimere il parere della società sulla ripresa della stagione:

"Ripartiremo con gli allenamenti mercoledì, ma partiremo già da domani con i test sierologici se riusciremo, altrimenti mercoledì. Preoccupati? No. È stata trasmessa male l’idea della Lazio che ha spinto per Lo scudetto, ora siamo ad un punto dalla Juve e c’è ancora un percorso lungo. Fifa, UEFA e FIGC hanno spiegato bene che il campionato deve essere portato a termine, non è competenza del governo. È importante finire questo campionato, sarà anche di esperienza per gestire quello dopo, iniziare direttamente dalla prossima stagione non ci da nessuna esperienza per poter affrontare questa situazione. Ci siamo fermati tra i primi per la pandemia e abbiamo rispettato tutte le ordinanze del Governo. Nessuno si è spostato da Roma. Non voglio giudicare le altre squadre che hanno ancora giocatori all'estero. Scudetto? Fino ad ora siamo il lotta anche se parlare ora è un parolone. Proveremo a resistere".

Poi continua: "La Lazio è la prima società in assoluto che si è fermata per la pandemia. Siamo stati una delle poche squadre a rispettare tutte le ordinanze del Governo, nessun giocatore ha lasciato Roma. Mi risulta che altre squadre abbiano ancora giocatori all'estero, ma non spetta a me giudicare. A liuvello comunicativo siamo sembrati aggressivi perché bisogna considerare i danni importanti che subirà il movimento calcio in Italia. Parlare di Scudetto a 12 giornate dalla fine è una parola grossa. Fino allo stop siamo stati lì, ma non è detto che ci resteremo".

Su Luis Alberto: "Quando è venuto da me a Roma in ufficio mi ha detto che il calcio italiano non faceva per lui. Gli ho risposto che non conoscevo nessun giocatore che dopo 4 giorni avesse capito il calcio in cui si trovava. Per i primi 6-7 mesi ha fatto fatica ad ambientarsi ma in allenamento faceva cose devastanti. Io mandavo una persona a filmarlo di nascosto e dopo gli mandavo i filmati di quello che faceva in campo per fargli capire quanto era forte. Poi Inzaghi è stato fondamentale nel suo inserimento nel gruppo".

Su Acerbi: "Trascinatore unico, vive per il calcio: è il primo ad arrivare a Formello e l'ultimo ad andare via. Vuole sempre giocare, anche nelle amichevoli di metà settimana".

Su Milinkovic: "Penso sia fondamentale la volontà dei giocatori - la posizione di Tare - Milinkovic è rimasto 5 anni a Roma e l'ha fatto anche per il legame solido tra lui, città e società. Ogni anno che ci sono state delle tentazioni la nostra volontà e la sua hanno portato alla sua permanenza. Le cose vengono analizzate di stagione in stagione".

Sull'acquisto di Immobile: "L'unico problema che avevamo prima di prendere Ciro era il fatto che aveva uno stipendio fuori dal nostro tetto massimo. Le sue caratteristiche sono quelle che cercavamo: un leader in campo e fuori".