ROMA - Il finale di partita - ieri all'Olimpico - è stato entusiasmante. Felipe Anderson, in pieno recupero, ha segnato il terzo gol e l’Olimpico si è messo a cantare. Appena Mazzoleni ha fischiato la fine, sono partite le note dei «Giardini di marzo», uno dei brani più celebri di Battisti, che coltivava una passione discreta per la Lazio, come ormai succede alla fine di ogni partita dell’Olimpico. In tribuna autorità - riporta il Corriere dello Sport - si è commosso Giulio Rapetti, in arte Mogol, per anni l’altra metà di Lucio e non solo, autore del testo. Era stato invitato dalla società, che già lo avrebbe voluto allo stadio nel maggio scorso. Dopo Lazio-Empoli del 12 aprile, in cinquantamila si misero a cantare i «Giardini di marzo». Ieri non è stata la stessa cosa, senza tifosi e bandiere, ma le sciarpe sventolavano dopo il 3-0 al Torino. «Insieme siamo più forti, senza tifosi siamo più deboli» aveva spiegato Pioli. Ieri si è accodato Lotito attraverso il consueto comunicato post-partita. «Grande vittoria, siamo una realtà, possiamo ambire a dare grandi soddisfazioni ai tifosi e non molleremo sino alla fine. Mi auguro che i nostri tifosi raccolgano l’appello di mister Pioli. Sono loro il nostro motore, il coraggio e la forza di questi ragazzi».
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STADIO – All’Olimpico partono le note dei “Giardini di Marzo”… e Mogol si commuove in tribuna autorità!
E' accaduto ieri allo stadio Olimpico al termine della partita
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