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Abete: “Stadio Lazio? Lotito grande combattente”

Parla l'ex presidente della Figc: "Dal punto di vista della gestione societaria e di conoscenza del mondo del calcio, tanto di cappello al presidente biancoceleste. Merita rispetto e riconoscenza per quello che ha fatto”

redazionecittaceleste

ROMA - Torna a parlare l'ex presidente della Figc, Giancarlo Abete. Parla di stadi e Nazionale a 360° in un'intervista a Radio Incontro Olympia:

“Le ultime prove della Nazionale sono state positive e fanno ben sperare. C’è stata una fase di rodaggio, poi si è visto anche il bel gioco. Aspettiamo queste partite in casa per vedere i risultati. C’è più coraggio e anche le condizioni per schierare i giovani. Qualificarsi ad un Europeo è più facile di un Mondiale e noi ne abbiamo pagato pegno. I più anziani del gruppo sono una garanzia. Dopo un periodo di difficoltà, dobbiamo tornare ai livelli di una volta.

GRAVINA

“Presto per fare un bilancio ma sta facendo molto bene. Ha trovato una situazione complessa, ma si è mosso bene. Conosce perfettamente il mondo della Federazione. Ha ricoperto tanti ruoli al suo interno. Si sta muovendo con dinamismo”.

STADI DI PROPRIETÀ

“Siamo indietro rispetto alle altre realtà estere. Lo ricordava anche Infantino in un incontro qui a Roma. Noi abbiamo portato avanti le candidature dell’Italia come paese ospitante dell’Europeo, ma siamo comunque molto indietro. Senza grandi eventi abbiamo difficoltà a mettere a fuoco una progettualità. Gli stadi fatti finora sono stati fatti dove erano i precedenti. Questo testimonia la difficoltà di locazione di uno stadio a livello urbanistico. Il progetto della Lazio? C’è una crisi della città che dura da tanti anni e ha determinato effetti negativi sul mondo del calcio. Negli ultimi anni Roma e Lazio sono andate meglio di Milan e Inter, ma San Siro è sempre pieno, l’Olimpico no”.

LOTITO

“Ha una grande preparazione e sa gestire bene la società. Lui ha il suo carattere e con lui ho avuto tanti confronti e scontri. Lui è un combattente dal punto di vista delle idee. Se si mette in testa qualcosa, è difficile fargli cambiare idea. Però è anche molto competitivo. Dal punto di vista della gestione societaria e di conoscenza del mondo del calcio, tanto di cappello. Merita rispetto e riconoscenza per quello che ha fatto”.

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