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Acerbi si racconta: “Bevevo di tutto, la malattia mi ha salvato. Oggi sono di nuovo un bambino…”

Francesco Acerbi si racconta

redazionecittaceleste

ROMA - Francesco Acerbi ha avuto tante vite, passando dall'essere un talento emergente del calcio italiano ad oggetto misterioso al Milan. Poi la malattia, al rinascita, ed oggi la leadership nella Lazio nonché la titolarità in Nazionale. Un'esistenza ricca ed intensa di momenti sia belli che brutti. Ai microfoni de La Repubblica, il difensore biancoceleste, ha raccontato i retroscena della sua vita: "Mia madre mi ha educato alla bontà, mio padre mi ha trasmesso la tenacia e l’ambizione. Ho sempre avuto bisogno di un avversario per dare il massimo, l’ho idealizzato per molto tempo nella figura paterna. Dopo la morte di papà sono precipitato e ho toccato il fondo. Ero al Milan, mi sono venuti a mancare gli stimoli, non sapevo più giocare. Mi sono messo a bere e, mi creda, bevevo di tutto. Potrà sembrarle un paradosso terribile, ma mi ha salvato il cancro. Avevo di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare. Come se mi toccasse vivere una seconda volta. E sono ritornato bambino. Sono riaffiorate immagini che avevo completamente dimenticato. Preghiere? Alla mattina e alla sera. Una preghiera personale in cui parlo con Dio, poi un Padre Nostro ed un Ave Maria".