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Strakosha, il racconto di Ferrante: “Arrivava agli allenamenti prima dei magazzinieri!”

Ecco le sue parole

redazionecittaceleste

ROMA - In un'intervista rilasciata a Gianlucadimarzio.com, Christian Ferrante, primo allenatore di Strakosha ai tempi della Primavera, ha raccontato qualche aneddoto sul giovane portiere albanese: "Thomas arrivava prima dei magazzinieri! Aspettava da solo, davanti ai cancelli del campo. Poi palestra, allenamento, pranzo e altro allenamento coi compagni, poi di nuovo in palestra. Alle 20:00 già dormiva, e alle 9 di mattina era già in campo. Era così anche durante le cene coi compagni, l’allenatore e lo staff: diceva 'Mister, io vengo… ma alle 8 vado via perché devo allenarmi'.

I primi tempi alla Lazio? Aveva buone doti fisiche, ma grandi difficoltà dal punto di vista tecnico ed emotivo. Per il ds Tare era come un figlio, mi disse di valutarlo molto bene. Era amico di suo padre. C’era anche un po’ di scetticismo, e invece oggi è il capolavoro della Lazio e di Inzaghi, ma anche di Grigioni, preparatore dei portieri".

Poi, ha continuato: "Era un lavoratore incredibile, è questo che mi ha convinto a prenderlo. Aveva voglia di dimostrare a sé stesso e al padre di poter arrivare lontano. L'unico mezzo che conosceva era quello di lavorare. Viveva a Formello e arrivava al campo prima di tutti, tant’è che dopo un po’ gli abbiamo dato le chiavi per potersi allenare da solo. Con me si allenava un paio d’ore la mattina, non andava a scuola come gli altri, quindi stavamo in campo. E dopo l’allenamento coi compagni diceva sempre la stessa cosa: 'Ancora mister, ancora!'. Si allenava per otto ore al giorno perché aveva fame di arrivare, uno così andava preso per forza! Il primo anno fece fatica, non giocò per 4-5 mesi. Poi l’abbiamo messo in campo anche per capire i suoi progressi.

Thomas è stato costruito, abbiamo lavorato sulla fiducia che aveva in sé stesso. E ai primi errori piangeva, si disperava, viveva malissimo ogni minimo sbaglio. Lui è così, un introverso. Uno talmente meticoloso che ora conosce tutto dei suoi avversari. Dybala? Ha studiato come calciava i rigori. Il suo punto di forza? L’umiltà! E' merito della famiglia, suo padre è un mito in Albania. Poteva essere un peso, ma è diventata la sua migliore qualità. Ora è un giocatore completo. Inzaghi è stato bravissimo a farlo diventare un leader, lui l’ha ripagato diventando affidabile e vincendo trofei. Poi è andato a Salerno e ha avuto qualche difficoltà di ambientamento, è tornato il primo Thomas. E’ uno che ha bisogno di tempo per inserirsi, alla Lazio è stato così. Tare lo conosce bene, l’hanno inserito in rosa gradualmente e ora è diventato un top. La sua forza è la tranquillità. In partita è sempre lucido, vedi la parata di ieri su Higuain…".

Infine, ha detto: "Per lui sono stato come un padre, la mattina eravamo da soli. Io e lui. Aveva voglia di emergere, di stupire, di arrivare. Siamo rimasti legati, per lui sono come un padre. E’ davvero un esempio per tutti".

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