archivio2018

AIA, Nicchi. “Nel Lazio domenica non si giocherà”

Nicchi, presidente dell'AIA
Il presidente dell' AIA ha dichiarato la decisione presa, riguardo l'aggressione dell'arbitro nel quartiere San Basilio di Roma.

redazionecittaceleste

ROMA - Al termine del vertice tra Matteo Salvini (ministro degli interni), Gabriele Gravina (presidente FIGC), Giancarlo Giorgetti (Sottosegretario generale allo sport) e Marcello Nicchi (presidente AIA), in seguito allo spregevole episodio riguardante l'arbitro di calcio aggredito da alcuni pseudo tifosi, nel quartiere San Basilio di Roma, dopo la gara di calcio dilettantistico tra Atletico Terranova e Virtus Olympia. Queste le parole di Nicchi in merito alla decisione di fermare le partite nel Lazio: "Oggi siamo arrivati al punto zero e dobbiamo ripartire per un calcio nuovo, pulito e divertente. E’ accaduto un episodio gravissimo, ma sappiate che non è l’unico. E’ arrivato il momento di voltare pagina. C’è una Federazione che vuole cambiare e insieme a tutte le componenti ci adopereremo per cambiare le cose che non vanno. L’AIA non accetterà più di mandare al massacro centinaia di ragazzi senza che qualcuno se ne preoccupi. Tutti nel mondo apprezzano i nostri arbitri, ma non si possono dimenticare i campi di periferia. Domenica, come avevo già annunciato, nel Lazio non si giocheranno partite di calcio. Il Lazio non è l’unica regione che possa subire questo provvedimento. Da domenica prossima poi riprenderemo i campionati con la speranza che la gente vada allo stadio per divertirsi. Grazie ai Ministri per aver accolto il grido di dolore dell’Associazione Italiana Arbitri”. Quanto incidono i social network in quest’emergenza sociale?Noi dobbiamo approfittare di questo momento triste per fare cose positive. Quello di domenica non è un segnale solo al Lazio, ma a tutti. Quello che è accaduto è molto grave e non poteva passare inosservato”. Siete a conoscenza della solitudine degli arbitri?Con la nuova governance lavoreremo alacremente per cambiare le cose. I ragazzi però non sono soli. Teniamo molto al comportamento etico e l’AIA non è più un’associazione che fornisce solo arbitri al calcio, ma è un’associazione culturale che fa crescere gli arbitri prima come uomini e poi come grandi direttori di gara. E’ un discorso culturale di cui questo paese ha tanto bisogno".