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Inzaghi: “Ecco perché sono andato via dalla Lazio”

redazionecittaceleste

L'ex allenatore biancoceleste ha scritto sul Corriere dello Sport una lettera per salutare i tifosi: “Applausi o fischi, verrò sotto la Nord”

AGGIORNAMENTO 7 LUGLIO - Simone Inzaghi, pizzicato sulla Lazio, risponde così nella sua conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore dell'Inter: "Questo cambiamento sono le motivazioni che me lo hanno dato. All'Inter in 4-5 giorni hanno fatto capire di volermi a tutti i costi. Il mio pensiero penso di averlo scritto in quella lettera. Sono stati 22 anni molto molto intensi, importanti. Ho ringraziato tutti, ambiente, società, presidente, direttore. Sono stato molto bene. Ho avuto la fortuna di vincere, di meglio non potevo credere. Ma ora era venuto il momento di cambiare. La spinta dell'Inter e della dirigenza è stata forte. Ed eccomi qui. Giù a Roma si stava lavorando nel migliore dei modi, ma è normale che dopo 251 partite con la stessa squadra era venuto il momento di cambiare. Io penso che nella vita vanno fatte delle scelte. Io ringrazierò sempre Lotito per l'occasione che mi ha dato. E' un ottimo presidente. Secondo me si era chiuso un ciclo. Sono stato a cena con lui e con Tare e poi mi ero preso del tempo per prendere la mia scelta. E la mattina ho deciso di cambiare. E con grande correttezza la prima persona che ho avvertito è stato il presidente Lotito". A questo proposito, sui social sta spopolando il video in cui Marotta cita Lotito e gela Inzaghi usando una frase non nuova <<<

Mancava ancora qualcosa, forse, nell'addio di Simone Inzaghi alla Lazio. Un'avventura così lunga e così ricca di successi non poteva concludersi in quel modo, con un ripensamento consumato tra la notte e l'alba. Non poteva, soprattutto, salutare l'ambiente biancoceleste con poche parole di circostanza concesse all'Ansa. E allora, oggi, Simone Inzaghi a distanza di circa venti giorni dall'addio ha scritto, sulle pagine del Corriere dello Sport, la sua lettera di addio. Di seguito il testo.

La lettera di Simone Inzaghi

“Carissimi tifosi laziali, avevo 23 anni quando sono arrivato a Roma. Ero un ragazzino pieno di sogni e ambizioni, che pensava solo a diventare un calciatore affermato. La Lazio in quel momento rappresentava per me una splendida opportunità, una possibilità per raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato. Mai mi sarei immaginato che sarebbe diventata la mia nuova casa. Giorno dopo giorno, quell’esperienza professionale è diventata molto di più. Ho scoperto una nuova famiglia. Non è semplice retorica, è la realtà. Sono trascorsi 22 anni da quel momento, metà della mia vita.

Sono cresciuto e diventato uomo insieme a tutti voi, trascorrendo 22 anni meravigliosi. Non dimentico né le gioie (tante), né le lacrime. Non dimentico le vittorie (ci siamo divertiti insieme), né tantomeno le sconfitte, che non mi hanno mai fatto dormire la notte. Tutto questo fa parte della mia vita e lo porterò per sempre con me. Ecco perché non è stato facile, (e non lo è tuttora), voltare pagina. Non è una cosa che si può fare in un minuto, o in una settimana. Ci vorrà tempo per elaborare le emozioni e un cambiamento così radicale, dove le emozioni si scontrano l’una contro l’altra. Non ho problemi ad ammettere che lasciare la Lazio sia stata una delle scelte più complicate della mia vita, non ho avuto ancora nemmeno la forza di andare a svuotare l’armadietto a Formello.

I motivi che mi hanno portato a fare questa scelta non voglio affrontarli, ma è probabile che tutti avremmo potuto fare meglio. Nessuna polemica, s’intende. Non le ho mai fatte prima e tantomeno le farei adesso o più avanti: il biancoceleste, per me, resta solo amore. Non mi permetterei mai di polemizzare con una società che ringrazierò per sempre. Senza il presidente Lotito e il ds Tare non avrei mai potuto realizzare il mio sogno di allenare la squadra del cuore, con cui avevo vinto uno scudetto da giocatore. Allo stesso tempo, però, sono anche un professionista che ama il suo lavoro: per questo la mia determinazione e la voglia di mettermi in gioco mi portano lontano da Roma e non nego di essere completamente concentrato in questa nuova ed entusiasmante avventura con l’Inter. Ma voi tutti, tifosi, amici e compagni, mi mancate e mi mancherete: volevo farvelo sapere, perché vi considero parte della mia famiglia, della mia vita.

Sapete che non sono uno di molte parole, ma oggi sto facendo un’eccezione proprio per questo, anche perché più passano i giorni, più i miei pensieri escono dal cuore. Si dice che le persone care bisogna saperle lasciar andare. Io lo sto facendo, abbracciando simbolicamente ciascuno di voi. Tutto quello che potevo dare l’ho dato, a discapito anche della mia famiglia e della mia salute (e delle mie corde vocali)… Credetemi. Quando uscirà il calendario, la prima cosa che farò sarà quella di vedere il giorno in cui tornerò all’Olimpico. E ve lo dico già da adesso: verrò sotto la Curva Nord per salutarvi. Non mi interessa se ci saranno fischi o applausi, accetterò qualsiasi cosa. Io ci sarò, sappiatelo.

Faccio un grosso in bocca al lupo a mister Sarri. Un grandissimo allenatore che farà il bene della Lazio. E che riceverà tanto in cambio, perché troverà una tifoseria meravigliosa e un gruppo di ragazzi straordinari. Calciatori e prima ancora uomini fantastici, che non ringrazierà mai abbastanza per avermi dato sempre tutto e anche qualcosa di più. E poi ci sono tante persone “dietro le quinte” a Formello, che in pochi conoscono, ma che sono state fondamentali e preziose per me e per tutti noi. I hanno accompagnato nel mio cammino. Non dimenticherò mai le loro lacrime: avrete sempre un posto nel mio cuore. Sentirò sempre la Lazio come casa mia. E io, per voi tifosi, resterò sempre e solo Simone. È stato un privilegio e un grande onore. Abbiamo scritto e raccontato tutti insieme anni che rimarranno nella storia. Vi voglio un mondo di bene. Sarete per sempre parte di me”.