ROMA - E’ il 20 ottobre 2015, è il giorno dei suoi primi cinquant’anni. Li compie oggi, dopo aver attraversato onde popolari, dopo aver seguito mappe di fatica e dolori, sempre con garbo. Questione di stile, per Stefano Pioli. Ha attraversato sentieri di periferia e di notorietà. E’ arrivato in cima, ad un passo dalla gloria, ma il destino l’ha fatto tornare coi piedi a terra. Ha chiuso col calcio giocato a 32 anni, dopo l’ennesimo infortunio, il quinto, per colpa di un ginocchio capriccioso. Non s’è mai arreso, è ripartito, ha ricominciato a scalare da allenatore. A cavallo dei 50 anni ha ricevuto la chiamata della Lazio, la più importante sinora. Lungo la sua carriera, da difensore prima e da allenatore poi, ha consumato scarpe, cuore e vita per inseguire i sogni. Non ha mai avuto avversari facili e comodi, non ha mai avuto sponsor. Ha attraversato giorni difficili, l’ha fatto da solo, sono cambiati in continuazione. A diciannove anni - ricorda il Corriere dello Sport - vinse il campionato di C1 con la squadra della sua città, il Parma. Segnò il gol decisivo di stinco. Doveva finire all’Inter, durante il viaggio cambiò rotta perché il suo agente fu chiamato dalla Juventus. Già, Madama. Viene in mente quella finale di Coppa Intercontinentale: Juventus contro Argentinos Juniors. Esce Scirea, entra Pioli. I successi, da tecnico, li ha sfiorati con la Lazio in Coppa Italia, in Supercoppa Italiana, nel preliminare Champions. Ha dovuto rinviare alcune feste, l’ultima gliel’ha un po’ rovinata il suo Sassuolo, la squadra che portò sino ai play-off. Prima o poi le feste le vivrà, tutte quante.
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AUGURI MISTER – 50 anni di calcio & stile
Una vita da difensore e da allenatore ripartendo sempre, cercando rivincite
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