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Booom Miro: Klose a un passo dai 300 gol!

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Due gol al Cagliari, uno al Torino, un altro al Bassano nei preliminari di Coppa Italia. S’è svegliato il Kaiser, forse non s’era mai addormentato. Il conto dice 4 gol in 9 presenze dall’inizio della stagione, solo tre...

redazionecittaceleste

Due gol al Cagliari, uno al Torino, un altro al Bassano nei preliminari di Coppa Italia. S’è svegliato il Kaiser, forse non s’era mai addormentato. Il conto dice 4 gol in 9 presenze dall’inizio della stagione, solo tre volte da titolare e appena una partita a tempo pieno, novanta minuti in campo con l’Udinese. Non era ancora in forma. Adesso vola. E Pioli è tentato dall’idea di confermarlo titolare domenica a Empoli. Klose favorito nel ballottaggio con Djordjevic. Ieri pomeriggio, dopo l’allenamento, si è imbarcato da Fiumicino per raggiungere Berlino, dove lo attendevano per l’ennesima premiazione. Tornerà questa mattina, in tempo utile per scendere in campo con la Lazio, attesa al centro sportivo di Formello per le 15. Si avvicina la trasferta del Castellani e Miro combatte per riprendersi il posto di titolare. Le gerarchie sono momentanee, ha ricordato Pioli. Segnali di conferma dopo la doppietta al Cagliari e una prestazione fantastica. Per un’ora, ha corso e rincorso, raccogliendo gli applausi dell’Olimpico.

 

Stima. L’eco dell’impresa è rimbalzata in Germania, dove lo considerano un Mito. E’ il campione del mondo, ha superato Gerd Muller, ha staccato Ronaldo, diventando il centravanti più prolifico di sempre della nazionale tedesca e nelle fasi finali dei Mondiali. Mercoledì sera all’Allianz Arena, in zona mista, una televisione tedesca ha intercettato Francesco Totti per chiedergli un’opinione su Klose. Il capitano della Roma s’è inchinato alla grandezza del tedesco. «E’ un professionista vero e un grande giocatore» ha sottolineato. C’è stima reciproca. Si guardano e si affrontano con estremo rispetto, come capita ai fuoriclasse. Così è sempre andata nei derby dell’Olimpico e la conoscenza è datata. Si erano sfidati nella semifinale del Mondiale 2006 e in Champions ai tempi in cui Ranieri guidava la Roma e Klose giocava al Bayern sotto la guida di Van Gaal. Miro segnò ai giallorossi, ma il suo rapporto con l’olandese era tormentato e complicato. Non si amavano. Vedeva poco il campo, a fine stagione non rinnovò il contratto, accettando la proposta di Tare per trasferirsi alla Lazio.

Trecento. Klose ha dato l’addio alla nazionale tedesca dopo il Mondiale di Rio, ma non ha smesso di segnare. E con la doppietta al Cagliari si è avvicinato ancora di più a un traguardo prestigioso: gli mancano appena quattro gol per raggiungere la soglia dei 300 gol in carriera. Volendo si potrebbe immaginare un inseguimento a Totti, issato a quota 309. Il tedesco ha pagato gli infortuni che lo hanno penalizzato in Italia e l’ultimo periodo al Bayern, in cui Van Gaal non lo impiegava con costanza. Nel conto entrano i 71 gol realizzati in 135 presenze con la Germania, gli ultimi 44 in 109 gare con la maglia della Lazio (38 nel campionato di serie A, 5 in Europa League, 1 in Coppa Italia) e ovviamente tutti quelli segnati nella parte iniziale della carriera. Gli esordi nella Lega Regionale con l’Homburg e con le riserve del Kaiserslautern, che subito dopo lo avrebbe fatto esplodere in Bundesliga. La maturità e il titolo di capocannoniere con il Werder Brema di Schaff tra il 2004 e il 2007, infine la parentesi al Bayern Monaco, felice all’inizio e in coppia con Toni, molto meno soddisfacente nelle ultime due stagioni. Rispetto a Totti, che ha esordito in serie A da ragazzino, Miro ha due anni di meno ed è arrivato in Bundesliga quando ne aveva già compiuti venti. Una vita in campo piena di prodezze e di successi. Il conto totale dice 296 reti in 724 gare ufficiali. Significa un gol ogni 2,4 partite. Una media pazzesca, considerando il numero impressionante di impegni e l’arco temporale: diciotto stagioni sportive. Roba da mostri.