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Da Berbatov a Yilmaz: No al mercato delle illusioni perdute

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Di Franco Melli (Corriere dello Sport) Come quando il presente si confonde col passato: per i laziali pare un dejavù fra indiscrezioni di mercato che evaporano senza soluzione di continuità. In platea c’è il pienone dei...

redazionecittaceleste

Di Franco Melli (Corriere dello Sport)

Come quando il presente si confonde col passato: per i laziali pare un dejavù fra indiscrezioni di mercato che evaporano senza soluzione di continuità. In platea c’è il pienone dei “verrà-anzi no”, dalla chimera Ylmaz al ventenne Piotr Zielinski, balcanico dell’Udinese vagheggiato per sostituire l’infortunato Ederson. Nel mezzo c’è un variopinto campionario di cui fanno parte fra gli altri Quagliarella, Bendtner e Paolo Cannavaro, quasi non bastassero Matri, ora della Fiorentina, Nainggolan, nuovo punto di forza romanista, e lontane fantasticherie su Berbatov, Balzaretti e Vukusic. Ci risiamo: prevalgono indiscrezioni sulla solita Lazio costretta entro giugno a privarsi di qualche riferimento importante, mentre troppi spari a salve disturbano l’immaginario biancoceleste e spingono alcuni esagitati non scusabili a contestare Claudio Lotito nei paraggi di Formello. Qui, dopo l’inversione di tendenza determinata dall’avvento di Reja, servirebbe un bomber affidabile oltre Klose con un paio di innesti rassicuranti nel reparto arretrato. Sbaglia chi crede che la stagione sia già da buttare nell’imminenza di tre supersfide nei prossimi 15 giorni: Juventus, i quarti di coppa di Napoli e derby. Dove non si parte battuti, ma opportuno risulterebbe rafforzare subito l’organico cui s’aggiungerà Stefano Mauri dalla stracittadina di ritorno.

 

Ecco perché ogni giorno potrebbe essere quello buono per prendere atto d’un cambio di marcia e di mentalità, almeno fino alle 23 del 31 di questo mese quando andando ai totali non ci vorremmo ritrovare ancora una volta a mani vuote. Bisogna accelerare, non è vero che in cassa non c’è un euro come spesso ribadisce il presidente accentratore quasi intendesse, almeno a parole, alleggerire quella cappa di rassegnazione che opprime quanti hanno a cuore le sorti del sodalizio che ha da poco festeggiato centoquattordici anni. Forza, sbrighiamoci, non tanto per invidia verso i sostanziosi affari già conclusi soprattutto da Roma, Napoli e Fiorentina, quanto per non lasciare niente di intentato in questa stagione fissando contemporaneamente presupposti migliori per la Lazio che verrà. Dobbiamo sperare? Dai molteplici pourparler, dalla sarabanda reale o romanzata dei tentativi, resta al momento solo la sensazione d’aver avvicinato tantissimo l’obiettivo-Djodjevic, nonostante Igli Tare insista nel precisare che non è stato ancora messo nero su bianco e che, in ogni caso, arriverà da giugno prossimo. Il serbo, classe 1987, già nazionale olimpico, tesserato nel 2008 dal Nantes, vanta 57 reti in 174 partite, media gol non da impazzire anche se chi lo conosce bene giura sulla completezza del suo repertorio. Tocca aspettare, aumentare le scorte di pazienza disponibili, esercizio comportamentale non raro nelle vicende della nostra beneamata. Reja lo sa e cerca ogni tanto buon viso a cattivo gioco. Come quando sente aumentare i rumors su un colpo di scena che lo sgomenterebbe sul vicinissimo trasferimento di Hernanes all’Inter, operazione semmai giustificabile a fine stagione e per non meno di 20 milioni. Impazza la giostra dei progetti degli altri e i tifosi di queste latitudini un po’ ci restano male, salvo consolarsi con la Primavera che, trascinata da Keità, rifila in coppa 4 reti all’l’Inter in una settimana forse propedeutica all’assalto ai bianconeri di Conte, dove nel 3-4-1-2 potrebbe affacciarsi anche il baby Luca Crecco. Altro il convento non passa, senza dimenticare l’ultima voce riguardante l’ingaggio immediato del centrale difensivo Senderos, chissà quanto attendibile. Beh, ammesso che vada in porto, cosa cambierebbe?