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Danilo Cataldi: Il posto più freddo

Danilo Cataldi, centrocampista della Lazio.

Una canzone, una storia d'amore finita e una parola spagnola per riaccendere la scintilla

redazionecittaceleste

di Leonardo Mazzeo

ROMA - Il posto più freddo, di sicuro, non è Benevento. Tra l'altro siamo in estate, di freddo non se ne parla, c'è solo il caldo e la speranza di vedere il mare quanto prima. Quella campana poi, al momento, è una piazza calda: Serie A appena conquistata, entusiasmo alle stelle. Il posto più freddo è una canzone de I Cani che racconta la fine di una storia d'amore. E non parliamo della vita privata di Danilo, che tra l'altro si è sposato da poco. Parliamo della sua vita sportiva. Parliamo del suo rapporto con la Lazio.

Scusa ma non riesco proprio a uscire stasera, troppi muscoli da usare, ho esagerato un po'

Forse Danilo la canticchiava, da solo nella sua stanza di Genova; oppure rispondeva a qualcuno che gli chiedeva di uscire, e lo faceva proprio con quelle parole. Cataldi ha veramente esagerato un po' quando ha esultato per il goal di Pandev in Genoa-Lazio? Per molti tifosi sicuramente sì. E i social, come spesso accade, hanno fatto da cassa di risonanza per la rabbia e per l'odio contro questo ragazzo, reo di aver festeggiato al goal di un altro ex biancoceleste, contro la stessa Lazio. In tanti hanno visto in questo gesto una mancanza di rispetto. E hanno allontanato Cataldi, lo hanno spinto via rendendolo così la creatura più sola su questo pianeta, mentre i brividi venivano su dalle gambe stanche dopo la partita fino al petto, dove sta il suo cuore, incompreso, ferito. Non sarà proprio riuscito a uscire, quella sera, Cataldi.

Scusami per ieri sera, come ti abbracciavo... Sì lo so non è più il caso: ho esagerato un po'

Di nuovo: ha esagerato Cataldi? Di più: è veramente questo, il punto? Danilo lo ha anche spiegato, quel gesto:

Senza voler mancare di rispetto a nessuno. Cataldi dà l'anima per il Genoa, ma la Lazio è una famiglia, e lui era in quella famiglia dall'età di 12 anni, e come potrebbe dimenticare ogni momento vissuto con il biancoceleste addosso e con l'aquila sul petto? Questo dice, e si chiede Danilo. Provate per un attimo a vestire i suoi panni; provate a togliervi la maglia a cui siete legati da tanti anni e a mettervene un'altra; e poi provate a vedere i tifosi della squadra di prima che vi insultano e vi dicono: non tornare. Ma come, non tornare? Quella è casa mia! E invece, oggi non lo è più. Nonostante il caldo di Benevento, nel giorno dell'addio Cataldi si sarà probabilmente sentito nel posto più freddo. Una giornata, l'ultima, di visite mediche biancocelesti, in attesa della chiusura di una trattativa che avrebbe messo la parola fine alla sua storia con la Lazio.

E' già finita tra noi, lo so

Niente Auronzo di Cadore, per Cataldi. Ma una speranza ancora c'è. E porta un nome spagnolo: recompra. Il Benevento è obbligato, da contratto, a riscattare Danilo Cataldi dopo la fine del prestito. Ma la Lazio, dalla sua, vanta il diritto di poter contro-riscattare il giocatore per 9 milioni di euro. Re-comprandolo, appunto. Quello che non si può ricomprare, però, è l'affetto, il rapporto con i tifosi. Che, al momento, sembra definitivamente passato. Però Danilo può comunque sperare, e sognare, abbracciando stretta quella parola spagnola che ancora lo lega alla Lazio. E di notte sussurrare piano, nel silenzio della sua stanza, proprio prima di chiudere gli occhi:

Ti prego rimani con me, ancora un momento. Ti prego rimani con me, fino a che mi addormento

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